Le Donne del Vino - page 23

arrivi per caso ad avere alle spalle 90 anni di passato, per me
rappresenta un punto da cui ripartire guardando al futuro con la
voglia di non lasciare incompiuta questamissione in vista che anche
mio figlio un giorno scopra nei miei occhi la luce che questa
passione enologica regala . E forse la sesta generazione lo ha già
intuita……L’anima di un vino va spesso trovata nella mano che lo
forgia dal grappolo alla bottiglia, per questo il mondo enologico è
così passionale, caricodi quel pathos così caro ai Greci : quando un
produttore parla del “suo” vino parla anche di sé stesso e del suo
mondo con cui costituisce un tutt’uno. Se un vignaiolo descrive il
suo vino è come uno chef che parla del suo piatto o una madre di
suo figlio : orgoglioso e fiero di quello chehaprodotto.
Secondo la mia natura di produttrice, appassionata cuoca e madre
tipicamente mediterranea, quando parlo del mio Gavi o del Gavi
intesonella suaastratta globalitàpenso di comunicare e trasmettere
la tenacia e la caparbietà del vino che rappresento . Altrettanto mi
appassiono nelle vicende che vedono protagonista questo grande
vino bianco, il suo futuro e la sua identità. Osservando i vigneti , un
occhioattento, può capiremolto di quello che i grappoli conferiranno
una volta divenuti vino, diciamo che la pianta è un po’ lo specchio
dell’anima di quello che conterrà labottiglia .
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