Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 35

imboccarono il sentiero verso il Comando di Casa del Romano.
Arrivati in cima al monte trovarono “Bisagno” con partigiani di altri
distaccamenti. Bastarono poche parole, poi ciascuno prese
posizione sul crinale a ridosso della Casa del Romano, gli altri si
sistemarono sulla costa fin verso le Tre Croci.
Sembrava tutto calmo, da quella zona non si riusciva a vedere più
distante di dove finiva la radura e cominciava il bosco di faggi.
L’attesa era sfibrante, poi come annuncio dell’imminente arrivo delle
colonne nemiche, presero a cadere nelle vicinanze numerosi colpi
di mortaio da 81. Anche i nostri mortaisti risposero al fuoco. Erano
quei colpi che avevo sentito dall’ospedale di Daglio. Questi boati
fanno una certa impressione, soprattutto per chi li sente per la prima
volta. Le esplosioni spargono attorno una miriade di schegge mortali
che stroncano alberi a rami. Per questo motivo “Bisagno”, vicino ai
suoi “figgieu”, li incitava a rimanere calmi: “Non fanno niente, fanno
solo del rumore e basta”.
Il nemico stava avanzando su due direttrici dalla mulattiera di
Caprile e dal crinale sopra Rondanina e a lato di Fascia. Si
sentivano sporadici colpi e raffiche giù nella vallata. C’erano
impazienza e nervosismo quando arrivò l’ordine di passare parola:
“Lasciateli avvicinare”. E poi la frase che resterà famosa: “Non
sparate fino a quando non vedete il bianco degli occhi”.
Finalmente, a liberarli dalla tensione, i partigiani videro uscire dal
faggeto la pattuglia avanzata di una colonna nemica che stava
proseguendo con fare guardingo e con le armi spianate. Gli alpini si
bloccarono a pochissimo dalla Casa del Romano e si misero al
riparo aspettando la reazione che non veniva. Poi, cautamente, si
avvicinarono alla porta del nostro Comando e guardarono fin sopra
la scala di legno. Non c’era nessuno ed entrarono. Dopo un po’
riapparvero sulla porta reggendo tra le mani dei mastelli di
marmellata. Li posarono a terra e li aprirono con le baionette, poi,
pensando a chissà quale nostra diavoleria, li buttarono nel prato
ridendo. Per i partigiani dell’”Alpino”, alla forte tensione si univa ora
anche la rabbia. Perché di quella marmellata non ne avevano mai
sentito parlare e, comunque, al distaccamento non ne era mai
arrivata.
Il primo colpo innescò una sparatoria infernale. Mi confessarono
“Torrente” e “Brescia”: “Non eravamo riusciti a vedere il bianco degli
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