Page 93 - januapress

Basic HTML Version

Boccacio, Commedia delle ninfe fiorentine: “...Mi menò ad una porta di un
suo giardino, nella quale entrata, mi fece conte le sue delizie. Egli era quadro
di bella grandezza, e ciascuna faccia di quello da alte mura difesa. Egli aveva
intorno a sè, per tutto pianissima via..Intorno al quelle, in picciolo poggio
levati, per luogo dei fatigati sono di pietra graziosi scanni, li quali tanto del
muro con la loro ampiezza si scostano che, non togliendo luogo a chi sedesse,
largo spazio concedono ad erbe di mille ragioni. Quivi si vede la calda salvia
con copioso cesto in pallida fronda , e evvi in più alto ramo con istrette foglie
il ramerino utile a mille cose; e più innanzi vi si trova copiosa quantità di
brettonica, piena di molte virtù, e l’odorifera maiorana con piccole foglie tiene
convenevoli spazii insieme con la menta; e in un canto si troverebbe molta
della frigida ruta e d’alta senape, del naso nemica e utile a purgarsi la testa.
Quivi ancora abbonda il serpillo, occupante la terra con sottilisime braccia, e il
crespo bassilico...quivi malva, nasturzi, aneti e il saporito finocchio col frigido
pretosillo...Dovete sapere che l’opposita parte a questa...è di dritti pedali di
diversi alberi seminata, spessi e distanti a misura, e sostenenti d’abondevoli
viti, chiudono la via erbosa da solchi con chiusura di canne, con loro
congiunte con tegnente vinco... E quelle non occupate si veggono da vitalbe,
abondevoli di bianchi ligustri, ma, come l’ellera l’olmo. Così da spessissimi
gelsomini e da pungenti rosai sono del tutto cinte...”
Boccacio,
Commedia delle ninfe fiorentine
:
“...Mi menò ad una porta di un suo
giardino, nella quale entrata, mi fece conte
le sue delizie. Egli era quadro di bella grandezza, e ciascuna faccia
di quello da alte mura difesa. Egli aveva intorno a sè, per tutto pianissima
via..Intorno al quelle, in picciolo poggio levati, per luogo dei fatigati sono di pietra
graziosi scanni, li quali tanto del muro con la loro ampiezza si scostano che, non
togliendo luogo a chi sedesse, largo spazio concedono ad erbe di mille ragioni.
Quivi si vede la calda salvia con copioso cesto in pallida fronda , e evvi in più alto
ramo con istrette foglie il ramerino utile a mille cose; e più innanzi vi si trova
copiosa quantità di brettonica, piena di molte virtù, e l’odorifera maiorana con
piccole foglie tiene convenevoli spazii insieme con la menta; e in un canto si
troverebbe molta della frigida ruta e d’alta senape, del naso nemica e utile a
purgarsi la testa. Quivi ancora abbonda il serpillo, occupante la terra con sottilisime
braccia, e il crespo bassilico...quivi malva, nasturzi, aneti e il saporito finocchio col
frigido pretosillo...Dovete sapere che l’opposita parte a questa...è di dritti pedali di
diversi alberi seminata, spessi e distanti a misura, e sostenenti d’abondevoli viti,
chiudono la via erbosa da solchi con chiusura di canne, con loro congiunte con
tegnente vinco... E quelle non occupate si veggono da vitalbe, abondevoli di
bianchi ligustri, ma, come l’ellera l’olmo. Così da spessissimi gelsomini e da
pungenti rosai sono del tutto cinte...”