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          Di questo vino si sa da sempre che è il vino delle tradizioni, il vino
        
        
          delle grandi occasioni, ovvero quel vino che si lasciava nelle cantine
        
        
          a volte dimenticandoselo per mescerlo solo quando, nella società
        
        
          agricola dell’epoca, accadevano eventi importanti come: battesimi,
        
        
          cresime, comunioni,matrimoni.
        
        
          Nessuno conosce con precisione quale sia l’origine del nome
        
        
          Buttafuoco.
        
        
          Narra una leggenda che lega questo vino alla marina austro-
        
        
          ungarica, che durante la seconda guerra di indipendenza del 1859,
        
        
          una nave austriaca stesse risalendo il fiume Po per andare in
        
        
          battaglia contro i Piemontesi e gli abitanti dell’Oltrepo’; arrivato però
        
        
          il momento di combattere, i marinai preferirono disertare per
        
        
          saccheggiare le botti di vino locale, volutamente non bene nascoste
        
        
          dagli abitanti del luogo, la bontà del nettaree la sua alcolicità  mitigò
        
        
          gli animi dei soldati, tanto da far loro abbandonare le velleità
        
        
          belliche.
        
        
          La storia, invece,
        
        
          racconta  che qualche
        
        
          anno dopo questo fatto
        
        
          laMarina
        
        
          Austroungarica varò
        
        
          unanave chiamandola
        
        
          Buttafuoco.
        
        
          I vecchi invece amano
        
        
          attribuire il suo nome
        
        
          alla
        
        
          sua
        
        
          elevata
        
        
          alcolicità , tanto che in
        
        
          passato i “ paisan”
        
        
          (locali)
        
        
          bevendolo
        
        
          esclamavano
        
        
          in
        
        
          dialetto
        
        
          
            “cus qui al
          
        
        
          
            buta al fog
          
        
        
          ” (questo
        
        
          butta il fuoco) ovvero,
        
        
          scalda, infiamma la
        
        
          bocca.
        
        
          Dal 1970 il vino ha
        
        
          ottenuto la Denominazione di Origine Controllata Oltrepò Pavese
        
        
          Buttafuoco.