Rapporto fra territorio e pagu(m) – villaggio
La necessità di rapporto dell’uomo con la natura non aveva trasformato il ligure,
nella sua crescita, in un semplice “uomo di cavalli”, ma in un attento osservatore
e, allo stesso tempo, imitatore della natura stessa.
L’uomo di quell’era aveva imparato dalla natura l’agglomerazione come
conseguenza di necessità vitale. Ad esempio la natura suggerisce l’inflorescenza,
l’uomo impara l’aggregazione con i suoi simili: lo scopo è la sopravvivenza.
Nasce la comunione dei sessi: uomo-donna, unione istintiva, quindi scevra da
tutti quei dettami religiosi che l’avrebbero messa all’indice (il peccato) in quanto
lussuria (la lussuria è un’invenzione del cristianesimo anche per imporre la castità
del sacerdozio).
La scelta di “quell’uomo” e di “quella donna” genera la coppia. Dalla necessità di
coppia la concezione di famiglia ne è un derivato, dalla famiglia l’ampliamento in
concatenazione di famiglie… Quindi il Pagum (il villaggio) e come risultato la
tribù.
Ma siamo ancora nel paleolitico e all’inizio del neolitico; lontani dal concepimento
di popolo e addirittura di nazione.
Non si crederà ma l’uomo del neolitico che era impegnato nella caccia, come sua
costante attività, per mantenere il proprio pagum, che cominciava ad essere fatto
non solo della propria donna, ma anche dei figli, e dalla famiglia di contorno…
(egli che aveva sempre usato le pietre aguzzate e il legno ben affilato per
cacciare), quando scoperse il ferro non costruì subito le armi che l’avrebbero
aiutato nella caccia, o le zappe per la coltivazione della terra,
come prime
produzioni del ferro concepì orpelli femminili, cioè oggetti inutili che
accontentavano la vanità della sua donna e la convincevano a restare legata a
lui.
Va detto, in proposito, che prima di allora gli istinti sessuali erano improvvisi,
occasionali e necessari, e non erano ancora state concepite imposizioni
organizzative di stampo filosofico e religioso: gli uomini e le donne si
accoppiavano seguendo i loro istinti, e nulla governava la scelta se non il piacere
semplice e umano di avere consumato il sesso, il cibo, la salvaguardia della
propria sopravvivenza. Di base, la sicurezza del rapporto sessuale serviva da
costante di sopravvivenza; tale convincimento racchiudeva, sia per la femmina
sia per il maschio, il volere costituire un nucleo da cui sarebbe nato il concetto di
famiglia, di unione familiare, quindi di villaggio, e alla fine di tribù. Ecco, anche “gli
uomini dei cavalli”, i liguri, avevano ben chiaro e definito tale concetto
aggregativo.
I liguri, uomini delle montagne e dei muli, per sopravvivere dovevano stare lontani
dal mare di cui avevano paura e per scelta avevano costituito delle tribù
matriarcali, dove la donna costruiva terrazze di terreno che coltivava, e l’uomo
armi per la caccia e per la difesa del pagum (tribù).