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“traffico a dorso di mulo” sono ancora oggi denominate “VIE DEL SALE”.
I terreni impiantati ad oliveto che circondano il “borgo” sono stati messi a
dimora dai frati Benedettini (il borgo ha come patrono S. BENEDETTO e
nel gruppo costruttivo, chiesa- oratorio, si identifica la presenza di un
antico monastero) utilizzando solamente olive “TAGGIASCHE”
evidentemente con talea, in quanto nonostante le varie avversità
atmosferiche ed i vari incendi che hanno fatto disseccare le piante, queste
sono ripartite dal ceppo identiche.
La caratteristica principale è che le piante (vista la forte inclinazione del
terreno) venivano posizionate, dopo la costruzione dei muretti a secco,
sul bordo degli stessi (le pietre si ricavano sul posto nella operazione di
dissodamento del terreno), creando così delle “fasce” tipo terrazzamenti
che hanno lo scopo di recuperare del terreno vitale per le piante e rendere
nel contempo accessibile le stesse per la lavorazione e di fare da
contenimento per il drenaggio del terreno assorbendo e frenando così la
velocità dell’acqua verso valle così da evitare anche l’effetto
“ruscellamento” che porterebbe altrimenti dissestamento del terreno
(purtroppo oggi l’abbandono e la caduta dei muretti invece contribuisce
aimè a fare).
L’oliva taggiasca (per effetto del forte dislivello) ha maturazione variabile
e la raccolta è sempre avvenuta a mano tra la fine di novembre ed il mese
di aprile. Questo sicuramente era considerato un grosso vantaggio per i
tempi di allora in quanto di fatto, grossa parte di questo olio veniva
comprato quasi totalmente dalle società farmaceutiche (prodotto nei mesi
di gennaio – marzo, prima della denominazione extra vergine, veniva
infatti chiamato “medicinale”, proprio per le caratteristiche di qualità e
purezza che lo distingueva).
A compendio della vita contadina del borgo, sono stati impiantati vigneti
su diverse altitudini, sempre con lo stesso principio della creazione delle
“fasce”, con vitigni di diversa
estrazione, per far si che (viste le proprietà “spezzate”) giungessero a
maturazione contemporaneamente, sottraendo terreno al bosco, per non
diminuire la remunerativa coltivazione dell’olivo fonte primaria della
economia locale così come la distribuzione di coltivazioni quali “grano”
“ortaggi” e frutteti ricavati al di fuori degli oliveti.
L’azienda agricola
“Il Cascin”
nasce dalla volontà del suo titolare,
Giovanni Massa, nato e cresciuto nel borgo di Arzeno d’Oneglia dove la
sua famiglia, già nel lontano 1850, coltivava l’olivo, possedendo diversi
poderi. Dovendo scegliere (al raggiungimento della vecchiaia dei suoi