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E’ una lotta tremenda e impari contro il tempo, contro il freddo che
aumenta, una lotta per salvare il raccolto, per garantirsi un futuro.
Qua e i primi fuochi, “ non fate fuoco, fate fumo, svelti” urlava Mario
“, deve andare dappertutto”.
In quel mattino di aprile del 1956 le colline di Vinchio sono invase
dal fumo, nubi che ondeggiavano spinte da un leggerissimo
provvidenziale vento gelido.
Uomini dalle mani piagate dal freddo attendono, donne avvolte da
coperte di lana prega no, mentre una nebbia fumosa avvolge
lentamente tutti i vigneti.
Sale, scende, si sposta, ma, i fuochi aumentavano, arrivano altri
viticoltori in aiuto.
Il leggero tepore dei fumi salva tutte le vigne di Vinchio.
Ancora oggi, anziani ricordano quella notte gelida di aprile, un
paese e i suoi uomini che salvarono la vendemmia del Barbera”.
Tratti da Lorenzo Tablino-“ Le Barbera di Montegrosso, Vinchio e Montaldo Scarampi”. In
Barolo & co- Settembre 2004.- Sagittario editore
Lasciamo parlare il vino, cerchiamo di
comprenderne i veri significati.
I suoi colori, insieme ai suoi profumi e ai
sapori sono i veri protagonisti di una filiera
integrale, che parte dalla potatura nel
vigneto, per finire con l’etichettatura del
prodotto finito.
Oltre ai vigneti in una zona ad alta
vocazione vitivinicola, ad una cantina
moderna che attua tecniche correlate al
rispetto
delle
tradizioni
enoiche
piemontesi, resta, ma è determinante il
fattore umano.
La famiglia Roero, con il papà Vittorio, il figlio Franco con la famiglia
rappresentano la perfetta sintesi dei viticoltori del Monferrato.
Lavoro, passione e determinazione sono linfa vivace ed essenziale
per il vigneto e per la cantina. Il consumatore allora può facilmente
percepire nei vini prodotti un’eccellente qualità e una precisa
identità territoriale.