Anna e Vincenzo: la magia dell'amore
24 L'ho detto, con queste stesse parole, anche in uno dei miei romanzi, ...e io li ammazzo tutti (ma è una storia comica, dedicata ad Anna, naturalmente). Naturalmente. Tutto ciò che ho scritto, comprese le dozzine di libri di cucina, tradotti in 20 lingue, per cui sono noto in parecchi posti del mondo, è <Dedicato ad Anna>; e, anzi, un titolo è per Anna. Si tratta di una raccolta di poesie, corredata di 40 ritratti di Anna di pittori nostri amici e, spesso, nostri commensali a casa, a Milano. Lei si chiama, precisamente, Giovanna Maria Pesenti, però da sempre, per tutti, è solo Anna, come io sono Enzo e basta. Io sono nato all'Aquila nel 1918, Anna è nata in provincia di Bergamo ne|1943, 25 anni di differenza, un quarto di secolo, il tempo della pace tra le due guerre mondiali. E sono quasi 30 anni che stiamo insieme, dico insieme sul serio: giorno per giorno, notte per notte. Proprio un amore grande: non ne conosco di altrettanto grandi. Ma era poco che io stavo con Anna, quando scoprimmo il Giappone, la cucina del Giappone, e che anche lì, nella cucina, c’era l’anima del Giappone. Che, è stato detto, <è dove una persona che ha spirito poetico vede un fiore in ogni cosa e in ogni cosa immagina la luna>, e infatti noi due, in Giappone. ci regalammo a vicenda, definitivamente, la luna, cioè il grande amore dei sogni di tutti, e tutti i fiori che lo definiscono. Ci arriveremo per gradi, al Giappone, come ci arrivammo Anna e io. Quando la conobbi, nel 1967 , Anna era una specie di micina timorosa: quei gattini che si trovano per strada, e, perché si abituino a te, imparino a fidarsi di re, e poi a volerti bene, devi fargli annusare un dito alla volta, non subito la mano tutt'intera. Lei faceva la cronista volontaria al Giornale di Bergamo,moda e costume, ma a Montecatini, quella volta, era venuta a rappresentare se stessa: partecipava al concorso <La donna ideale>, e io, che dal 1939 appartenevo al Corriere della Sera, per il
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjY5NzM=