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Un territorio può essere definito sulla
base delle componenti fisse (substrato
geologico, clima, esposizione, ecc…) ma
si caratterizza anche per quei fattori
suscettibili ad essere modificati dalle
tecniche di gestione del terreno:
lavorazioni, apporti di sostanza organica,
inerbimenti, modifiche da erosione. Ad
esempio, la dotazione in sostanza
organica svolge un effetto importante
sugli strati superficiali del terreno:
influisce sulla biomassa microbiologica e
sulla sua attività di mineralizzazione
Nel caso degli inerbimenti le relazioni sono ancora molto più
complesse. Ne deriva che la differenziazione degli strati superficiali
a motivo degli interventi colturali induce una forte conseguenza sulla
nutrizione delle piante (nutrire di più il terreno e meno la pianta!).
Ma l’influenza del territorio sulla qualità e tipicità non si realizza se
non nell’ambito di livelli produttivi “compatibili” con un livello
ragionevole di diluizione dei composti nobili nell’acino.
Uno
dei
problemi
maggiori del vigneto
italiano
risiede
nell’aumento
progressivo del vigore
e delle rese di uva a
motivo
del
miglioramento
nelle
selezioni dei materiali
genetici
e
delle
tecniche culturali.