Un ciclo continuo nel trascorrere quieto del tempo, la sua vita
            
            
              sospesa in quel lembo di terra appartata.
            
            
              Calogero ama quel luogo, è ormai parte essenziale di lui, ne fa
            
            
              parte lui stesso.
            
            
              E pensare che a suo tempo del posto proprio non voleva saperne.
            
            
              Lui, uomo di antiche fatiche di fabbrica, tracciatore meccanico da
            
            
              quando era poco più che bambino, non voleva incontrare altri sforzi,
            
            
              altri affanni anche se questa volta di terra.
            
            
              Era un’idea di Alessandro, il suo amatissimo unico figlio, quella
            
            
              di provare a cambiare la vita.
            
            
              Voleva trovare un terreno, un luogo da valorizzare, per ottenere una
            
            
              vita diversa di cui essere fieri, un posto dove accogliere visitatori e
            
            
              turisti : un agriturismo per viverci e lavorarci.
            
            
              In quell’idea Alessandro aveva messo tutto il suo impegno, tutta la
            
            
              sua grande energia, coinvolgendo gli affetti vicini, lui padre e
            
            
              Daniela, la ragazza che voleva sposare.
            
            
              Alessandro amava la natura e la terra, aveva studiato e si era
            
            
              formato in agraria, per poi entrare nel corpo della forestale. Ma
            
            
              voleva una vita diversa, più autonoma,“sua”. Però l’impegno
            
            
              richiesto era grande, pur con agevolazioni e investimenti privilegiati
            
            
              quegli aiuti non sarebbero certo bastati.
            
            
              E Calogero voleva aiutare suo figlio, ma temeva che il sogno fosse
            
            
              più grande di lui, più grande di loro che potevano poco.
            
            
              Aveva avuto anche scontri con quell’amatissimo figlio, litigi e diverbi
            
            
              sul per come e perché, lui più prudente e un pò chiuso, Alessandro
            
            
              impetuoso e convinto.
            
            
              Alla fine, però, si era fatto convincere e il destino aveva portato quel
            
            
              sogno a trovare la strada; chissà, forse il caso li aveva poi portati ad
            
            
              incontrare quel lembo di terra sopra la loro città.
            
            
              Una strada partiva dalle case di una zona quieta di Spezia,
            
            
              Rebocco, e saliva dolcemente tra morbide curve e tornanti nel verde
            
            
              che lambivano piane d’ulivi e d’alberid a frutta.