Fu naturale per lui trovar spazio nei lavori che facevano parte del
luogo, parte del suo essere nato in un posto di terra e di mare; era
pur sempre capace di zappare e di seminare, di far crescere frutta e
verdura, di accudire animali.
E andò proprio così. Sino a ritrovarsi ad amare quel sogno avverato,
ad essere fiero e orgoglioso di quel figlio ostinato, a ringraziare ogni
giorno il Signore per ciò che sentiva, toccava, provava. Aveva
lasciato la città per salire in quel balcone su Spezia, era solo poco
più in alto di dove aveva vissuto per tanto, ma gli pareva di essere
giunto in un luogo incantato.
Calogero si riprende, ritorna da quel volo leggero, si era lasciato
portare dal vento delicato dei ricordi più belli.
Il sole ora gli scalda più intensamente il ventaglio di vita degli occhi,
li deve stringere più forte per guardare il vecchio olivo sinuoso di
fronte, il tronco rugoso proteso verso la linea del mare, i rami
tortuosi e contorti. Si sente affine a quell’albero, vecchio e segnato
sta solitario sulla piana proprio a ridosso di un declivio più avanti,
quello che anticipa la ripida linea della discesa.
Austero e severo, l’olivo pare sorvegli la valle e l’accesso a quel
luogo. L’aveva notato già dalla prima sua visita lì, svettava
comunque nonostante i rovi infestanti e l’erba invadente; così solo e
presente, così serio ma vero, donava un senso di sicurezza, di
protezione e conforto.
Anche Calogero si sente in quel modo, un’anima antica e segnata
cui chiedere una presenza discreta, ma certa e sincera.
Un belato lontano lo richiama al lavoro, deve sbrigarsi a terminare
nell’orto, dalla stalla di sasso piccole vite indifese attendono un
pasto dalle sue mani nodose. E dopo la stalla deve andare per
l’acqua ai cavalli, i due piccoli pony che lo accompagnano fin che
riescono a seguire la staccionata, ogni volta che passa loro vicino.
Forse al pollaio trova anche qualche uovo deposto da poco, di
qualche gallina tardiva; lo spera, così ne farà una bella frittata per
tutti, la sera. Già, tutti.
Un giorno, durante i lavori ancora lontani da quella bellezza che
sarebbe arrivata, aveva immaginato suo figlio seduto a una grande
tavola in legno nel porticato, con Daniela e i bimbi nel frattempo
arrivati, con gli altri nonni e il resto dei parenti festosi. Aveva
immaginato di portare in tavola le sue grandi frittate speciali, ripiene
del suo trito segreto di erbe e verdura, e sedersi con tutti, sereni e