Page 14 - januapress

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seguire sonore dormite, salvo poi lamentarsi dei toni alti e giocosi
degli altri commensali.
Durante tali scorribande alimentari, riempivamo il bosco di risate,
urla, voli pindarici, ricordi.
Spesso, durante i giorni in cui il Petit rimaneva in attesa di noi e noi di
lui, ci venivano rubati gli attrezzi da lavoro, pale, falcetti, forbici da
giardinaggio e persino le griglie e le pinze con le quali cuocevamo i
nostri pasti domenicali.
Conseguenza ne era che, spesso, dovevamo arrangiarci con le
rimanenze o gli attrezzi nascosti a priori, che cercavamo poi per ore,
non ricordandoci mai dove erano stati riposti.
Incredibile come i ladri riuscivano a essere più fortunati di noi!
Una Domenica, ci accorgemmo che tutta la legna da noi tagliata, in
piccoli pezzi e ammonticchiata a caso nella nostra proprietà, era stata
rubata.
Si vedevano ancora i segni delle ruote del trattore con il quale
l’avevano portata via.
Stanchi della situazione, decidemmo di chiudere l’accesso al Petit con
una grossa catena, alla quale era appeso un gran cartello bianco con
sopra scritto: “Rispettare gli altri significa rispettare se stessi.
RispettateVi lasciandoci la nostra legna e i nostri attrezzi da lavoro.”
Poi riempii il cartello con piccole faccette buffe e due grandi occhi neri
con due dita sollevate e la parola “peace” scritta in maiuscolo.
Da allora i furti si sono notevolmente ridotti.
Quanti alberi abbiamo potato e quanti rami e foglie secche abbiamo
bruciato.
Durante i week-end estivi, quando non c’era vento, preparavamo
mucchi di legna da bruciare e restavamo lì a volte fino a tarda sera,
finché il fuoco non si estingueva del tutto, per poter andare via sicuri
di non lasciarci alle spalle anche una sola brace accesa.
Stanchi morti, sporchi, in abiti da lavoro, con addosso il profumo della
legna bruciata, spesso chiedevamo ospitalità ad un amico che gestiva