ritrovava piccolo, come qualcosa che non si era evoluto, che non era
cresciuto, persino soffocante.
I sogni delle calde e lunghe notti argentine, sulle brande attaccate agli alberi,
nei
campo
, si erano frantumati in minuscoli pezzi, in minimi ricordi d’infanzia.
Era una leggera sofferenza che emergeva dalla gioia del ritorno, forse
necessaria, per superare la nostalgia e il desiderio di ritornare per fermarsi.
Durante il viaggio aveva accarezzato quel desiderio, cercava di trovare
soluzioni possibili per ricongiungere tutta la famiglia. Facendo due conti gli
sembrava di poterselo permettere, anche se il rientro avrebbe comportato una
nuova ricerca di lavoro. Ma l’impatto con la realtà lo fece tornare sui suoi
passi; i luoghi della sua infanzia non esistevano più e per sua moglie e le sue
figlie, rientrare in patria, sarebbe stato sconvolgente, abituate come erano ad
altri usi. Solo lui, Lorenzo, era nato in Italia, non avrebbero capito e non lo
avrebbero mai perdonato.
In quel paese si viveva ancora troppo duramente e nel momento in cui fu di
nuovo tra i
caruggi
della sua giovane età, comprese che non si può tornare
indietro, che ogni attimo è diverso da quello precedente e che lì non avrebbe
mai più potuto costruire un suo futuro.
Questi pensieri lo abbandonarono definitivamente quando si rese conto di
essere attorniato da una piccola folla di bambini vocianti; lo toccavano per
capire se era “vero”, raccoglievano al volo le caramelle che lui lanciava in alto,
gli parlavano sillabando le parole perché temevano che lui non li
comprendesse.
Si sentiva un eroe tra la sua gente e in quegli attimi ritornò al suo “piccolo
mondo antico”, carico di allegria e di commozione.
I vecchi lo trattarono ancora come il ragazzino dodicenne che era partito; i
suoi coetanei lo salutavano con grandi pacche sulle spalle, ma con un nuovo
sentimento di rispetto.
Le donne lo contemplavano come un attore del cinema.
Per un mese sarebbe stato ospite nella casa di sua madre che lo stava già
aspettando sulla porta, seria ma con gli occhi lucidi. Non era abituata, Maria, a
lasciarsi andare ai sentimenti. Lui l’abbracciò e la sollevò da terra, ma lei si
schernì e gli ordinò di rimetterla giù. Lorenzo rideva e una volta posatala in
terra, le risistemò il nero fazzoletto annodato sulla testa, che era scivolato un
po’ di sghimbescio nella baruffa. Maria rientrò subito in casa asciugandosi gli
occhi, non voleva farsi vedere mentre piangeva.
In casa lo aspettavano la sorella e il cognato Santino. Anche lui era stato in
Argentina e avevano lavorato insieme, ma non aveva voluto rimanere là,
nonostante stesse facendo fortuna. A casa lo aspettava una moglie con un