Le Donne del Vino - page 40

A dispetto del mio nome e cognome – Manuela Piancastelli - sono napoletana. Fiera e
tenacemente orgogliosa della mia terra, amo il mare partenopeo che è più bello, più blu,
più lucente di tutti i mari del mondo, mi piace il mio dialetto scoppiettante, onomatopeico,
ironico. Sono convinta cheNapoli abbia più storia, più cultura, più talenti di ogni altro dove.
Insomma, sonomalatadi Napoli.
Già da questo capirete che c’è qualche rotella che non mi gira proprio tanto bene. Ve lo
confermo, altrimenti non avrei mai abbandonato il mio vero mestiere, quello di giornalista
nel più grande quotidiano del Sud, per mettermi a fare la vignaiola. Perché io prima della
“folgorazione” non avevo niente a che fare con la campagna, non vi avevo mai abitato,
non ho ereditato terreni, non avevo radici contadine e fino a vent’anni sono pure stata
astemia (poi, però mi sono rifatta). Non solo: mi sono sempre piccata di essere
un’intellettuale, leggo duecento libri l’anno, ascoltomusica classica dallamattina alla sera,
mi piace scrivere (ma mi contengo) e non ho molta propensione al lavoro dei campi. E
quindi, direte voi, che ci fai qui? Bella domanda. Sono qui perché, nonostante le
premesse, sono diventata una signora del vino, perché sono riuscita a mettere insieme il
prima e il dopo folgorazione e perché mi sono inventata una grande sfida che integra
cultura materiale e immateriale, storia e agricoltura, imprenditorialità e tradizioni, e tanti
sogni. Insomma, ho fatto un bel casinoeho creatoTerre del Principe
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