Il vino: storie di uomini, di terreni, di vitigni e di vigneti - page 57

lungo loggiato protetto dallo sbalzo delle travi in legno del tetto. Tutti
i punti di contatto tra copertura e muri perimetrali sono in vetro
trasparente esaltando cosi la sospensione tra le due parti. Il portico
esistente si prolunga nel passaggio coperto, segnando l’andamento
longitudinale dell’edificio e fronteggia l’aia rivestita in lastre di pietra
calcarea bianca. Il nuovo Opificio si trova in una zona resa
depressa artificialmente rispetto alla quota dal contorno; si sviluppa
soprattutto in senso longitudinale (accentuato dalla profonda
scanalatura sulle pareti) ed ha l’altezza massima coincidente con il
filo dei vigneti. L’intonaco della parte basamentale è del colore
bruno della terra circostantementre quello del corpo sommitale che
ospita uffici e laboratori illuminati da finestre a nastro e piccole
bucature quadrate è giallo chiaro. Solo sul lato nord è evidente il
forte aggetto della copertura del corpo più basso che protegge dalle
intemperie i punti di carico e scarico delle merci. L’area di sedime
dell’edificio, quella esterna per le lavorazioni ed il portico di testata
sono pavimentate in pietra vesuviana antracite. Dalla parte opposta
il terreno, lasciato alla sua naturalità, segue il terrazzamento di un
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