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Nei primi documenti del Registro Episcopale Tortonese, il paese
viene nominato Propata, o Propato e in seguito Propatil. Molto
probabilmente il nome deriva dal latino “propatus o propatulus”, col
significato di “luogo libero, aperto (sul davanti)”. Un’altra etimologia,
potrebbe derivare dal nome composto di "pro – pato", con "pro" da
"pratum" come nel dialettale "prou" e "pato" sempre nel senso di
"aperto", "largo", "libero" o "pubblico”.
In epoca preromana e romana, al pari
degli abitanti dei nostri monti, anche quelli
di Propata praticavano il paganesimo,
l’animismo e adoravano dei locali, mentre
i primi contatti col cristianesimo furono
probabilmente portati dai monaci che
vivevano nella vicina abbazia di Patrania
presso Torriglia, fondata per ordine dei re
longobardi prima dell’anno 1000. In ogni
caso, non è da escludere che vi fossero
stati precedenti contatti con i monaci
dell’Abbazia di Bobbio, fondata nel 614,
con quelli di S. Clemente in alta Val Borbera o quelli della grangia
monastica di Magioncalda.
Secondo la tradizione popolare, sembra che la prima chiesa di
Propata sia stata l’oratorio di San Rocco edificata forse già nel
1200, che si trovava a monte del paese. Le testimonianze scritte
dell’Archivio Parrocchiale ne documentano la vetustà. Dalla “Storia
di Bobbio” del Casalis, si viene a sapere che nel 1523, la Parrocchia
di Propata era unita a quella di Rondanina
1
, mentre nel 1595 era già
autonoma
2
. Dai documenti conservati nell’Archivio parrocchiale, si
sa che nel 1595, il primo rettore era don Stefano Avancino di
Torriglia.
All’inizio del seicento, l’oratorio era in condizioni rovinose, tanto che
nella visita pastorale del 1604, l’Arciprete di Garzano ne ordinò
l’abbattimento e nel 1622 Monsignor Paolo Aresio, ordinò il
1
Casalis e Storia di Bobbio, pag. 210 – da “
Storia dei Comuni e delle Parrocchie della
Diocesi di Tortona”
di Mons. Clelio Goggi
2
Sinodo di Mons. Gambara – da “
Storia dei Comuni e delle Parrocchie della Diocesi di
Tortona
” di Mons. C. Goggi
