Il vino: consorzio del vino Cirò - page 2

LA CALABRIA FRA STORIA ANTICA
E LEGGENDA: IL VINO CIRÒ
La presenza della vite in
Calabria e, in particolare,
nel comprensorio cirotano
viene fatta risalire, in una
corsa a ritroso nel tempo,
addirittura al 2000 a.c.
con l’arrivo sulle sponde
dello Jonio dei fenici. I
tanti miti, e il ritrovamento
di reperti, attestano
l’esistenza di contatti tra la
Antica Cartina della Calabria:
popolazione autoctona e
in rosso “Punta dell’Alice”
quella
greca già durante la
civiltà a cui seguì il massiccio arrivo dei coloni ellenici nel VIII
secolo a.c. e poi nel VII. Nell’area di produzione del Cirò doc,
compresa tra il centro collinare di Cirò, il territorio
marino di Cirò
Marina, parte di Melissa e Crucoli,
i coloni rimasero ammaliati dalla
fertilità del luogo; e per questo, decisero di denominarlo Enotria:
“terra dove si coltiva la vite alta”.
Furono gli stessi ellenici, probabilmente, per seme e non per talea,
ad impiantare nuovi vigneti per poi adottare innovative tecniche di
vinificazione, grazie alle quali la produzione del vino assunse in
questa terra baciata dal sole, grande importanza.
Gli antichi Greci attribuivano un grande valore al vitigno calabrese;
dalle tavole di Eraclea si legge: <un terreno coltivato a vite aveva un
valore sei volte superiore a quello di un terreno coltivato a cereali>.
I greci, favoriti dall’approdo sulla costa a Cirò Marina, dal lungo
lembo di terra sabbiosa di Punta Alice che, tagliando le correnti,
permette lo sbarco in ogni condizione del mare, fondarono a ridosso
della Punta, la città sacra di Krimisa.
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