Il vino: consorzio del vino Cirò - page 3

Il luogo acquistò grande fama presso gli antichi e divenne meta di
continui pellegrinaggi al mitico Tempio del Dio Apollo Alaios ed
agli altri edifici di culto compresi nelle sue mura:
nel 2001 sono emersi sotto la coltre di 2 metri di
terra, all’ombra del colle di Madonna d’Itria, i resti
di un santuario dedicato ad una divinità
femminile; con tutta probabilità si tratta di
Persefone, la Demetra latina; ma nella memoria
popolare resta il ricordo anche di un altro
tempio, quello dedicato appunto al dio del vino.
Interessanti monumenti enoici, custoditi nel
museo civico di Cirò Marina sono la
testimonianza di una cultura viticola nel cirotano
Apollo Alaios
che viene definita dagli storiografi “la più antica
del mondo”. Il vino prodotto nell’area di Krimisa era così popolare
che - primo caso di sponsor ufficiale - il “Cremissa” venne eletto
vino ufficiale delle Olimpiadi e quindi, offerto, come premio, ai
vincitori dei giochi a Olimpia.
Se già gli abitanti dell’antica “Krimisa”, erano
dediti alla vitivinicoltura, nei secoli, i cirotani,
ne hanno fatto un prodotto di eccellenza della
Calabria, oltre che un valido motivo di
attrazione e richiamo turistico per quel flusso di
visitatori interessati alla coltivazione e la
cultura che ruota attorno alla vite. Al punto che,
la viticoltura è per l’area del Cirò l’elemento di
identità del territorio. Il legame tra vino e
territorio è così stretto ed inscindibile che,
Milone, vinicitore
scandendone i ritmi del lavoro e della vita
di
sei olimpiadi
durante l’intero anno di coltivazione, disegnandone i paesaggi, i
colori, gli usi, le tradizioni, i sapori, i riti, si può dire che: “in un
bicchiere di vino c’è tutto il territorio”.
Federico Mancuso
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