Il vino: storie di uomini, di terreni, di vitigni e di vigneti - page 23

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Di questo vino si sa da sempre che è il vino delle tradizioni, il vino
delle grandi occasioni, ovvero quel vino che si lasciava nelle cantine
a volte dimenticandoselo per mescerlo solo quando, nella società
agricola dell’epoca, accadevano eventi importanti come: battesimi,
cresime, comunioni,matrimoni.
Nessuno conosce con precisione quale sia l’origine del nome
Buttafuoco.
Narra una leggenda che lega questo vino alla marina austro-
ungarica, che durante la seconda guerra di indipendenza del 1859,
una nave austriaca stesse risalendo il fiume Po per andare in
battaglia contro i Piemontesi e gli abitanti dell’Oltrepo’; arrivato però
il momento di combattere, i marinai preferirono disertare per
saccheggiare le botti di vino locale, volutamente non bene nascoste
dagli abitanti del luogo, la bontà del nettaree la sua alcolicità mitigò
gli animi dei soldati, tanto da far loro abbandonare le velleità
belliche.
La storia, invece,
racconta che qualche
anno dopo questo fatto
laMarina
Austroungarica varò
unanave chiamandola
Buttafuoco.
I vecchi invece amano
attribuire il suo nome
alla
sua
elevata
alcolicità , tanto che in
passato i “ paisan”
(locali)
bevendolo
esclamavano
in
dialetto
“cus qui al
buta al fog
” (questo
butta il fuoco) ovvero,
scalda, infiamma la
bocca.
Dal 1970 il vino ha
ottenuto la Denominazione di Origine Controllata Oltrepò Pavese
Buttafuoco.
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