Giochi in amore - page 10

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quando lavorava allo Stabile di Genova, abbiamo tessuto
una specie di “copione-all’improvviso” che partendo dal
sesso arrivava all’ironia. Massimo si è messo addirittura
in ginocchio per incitarmi a svelare i contenuti del
presente manuale minimo.
Il divertimento coinvolse Costanzo sotto un profilo di
indagine, Lopez nella sua esperienza interpretativa e me
nella dissacrazione medesima dell’argomento che
stavamo trattando, e questo per più di mezz’ora (caso
strano: tanto tempo dedicato ad un inedito).
Nel momento in cui si stava accettando la tesi che i “248
amanti” porta avanti, cioè amare una sola persona ed
educarsi all’entusiasmo che ne deriva, sbottai con una
battuta che, a chi conosce poco il teatro, sembrò regalata;
precisai che l’autore del testo, cioè io, si era separato
dalla moglie dopo 25 anni di matrimonio.
Crollava la base stessa del dibattito fino a quel momento
sostenuto. Cioè cadevano i presupposti che giocosamente
avevano indotto il pubblico a credere, che per fortificare
l’innamoramento fra due persone, si possa passare dalla
rappresentazione dei sentimenti alla loro realizzazione, e
concretizzarli.
La mia battuta (e devo confessare di averla studiata nei
tempi e nei toni e con il sorriso) destò nello spettatore e
nei miei interlocutori un’esplosione di ilarità e di applauso.
Il gioco era stato completato.
Avevamo svolto un tema importante come l’amore e il
sesso (sua diretta espressione) in chiave satirica,
spettacolarizzandolo. Quindi Amare, ed esprimersi
avendone il coraggio di farlo, era diventato il “gioco-
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