Le Donne del Vino - page 88

Il progetto, non lo nego, è da subito ambizioso e rivoluzionario:
trasformare un vigneto in cui si lavora quotidianamente in un luogo
aperto a tutti, in cui il mondo dell’arte si sposa con quello
dell’enologia, creando un esempio lungimirante di come una realtà,
senza rinunciare alle sue tradizioni, possa aprirsi al mondo e
ripensarea se stessi sottouna diversa luce.
I lavori, quindi, procedono su un doppio binario: da un lato i
miglioramenti volti a produrre una Barbera che sia di assoluta
qualità, dall’altra gli interventi per integrare l’arte direttamente tra i
filari.
Oggi che abbiamo festeggiato i dieci anni di vita del Parco Artistico,
posso dire che tutto quell’impegno, condiviso in prima persona
anche dal maestro, e amico, Giancarlo Ferraris, Presidente
dell’AssociazioneOrme su LaCourt, ha dato i suoi frutti: le opere di
grandi artisti come Emanuele Luzzati e Ugo Nespolo, con i quali ho
avuto il privilegio di collaborare, si alternano alle viti di Barbera,
mentre le “teste segnapalo” rinnovano artisticamente l’antica
sapienza contadina, incuriosendo e stupendo visitatori che arrivano
da tutto il mondo. È la magia di uno scenario in continuo
mutamento, dove l’ispirazione può arrivare da un raggio di luce che
colpisce un vecchio muretto, piuttosto che un tronco o un attrezzo
arrugginito. Perché l’arte, all’interno del Parco Orme su La Court,
vive in simbiosi con la natura che la circonda: sono le stesse
scenografie naturali le “quinte” che fanno da sfondo ai manufatti
degli artisti e alle loro intuizioni.
Questa non è solo una mia intima e personale soddisfazione,
perché, negli anni, ci sono stati diversi premi che hanno
riconosciuto al Parco un oggettivo valore. Come la menzione
speciale ricevuta nel concorso “La fabbrica nel paesaggio”
promosso da Ficlu (Federazione ItalianaClub eCentri UNESCO). E
non per la prima volta. Già nel 2013, infatti, la Michele Chiarlo
aveva avuto l’onore di ricevere il riconoscimento di un premio nato
per diffondere la cultura del territorio, consapevole, come recita il
bando, “che il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture
locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio
culturale ed economico, contribuendo al benessere e alla
soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità
nazionale”. In quell’occasione a essere premiato era stato il Palas
Cerequio Barolo Cru Resort, oggetto di una menzione speciale
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