Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 80

Nel dicembre 1823 si concludono i lavori di deviazione del torrente
Boate e nel contempo si delibera per la costruzone di una
carrozzabile che arrivasse a Portofino.
Però se da una parte ci si preoccupa della viabilità dall’altra c’è il
problema di porre sotto controllo la situazione igienico sanitaria,
cercando di porre un freno ai casi di vaiolo. Pertanto si attrezza un
ambulatorio nell’ospedale di S. Antonio (attuale Palazzo Municipale)
dove il Dott. Gio Batta Norero vaccina la popolazione.
Nel 1831 una nuova epidemia minacciò Rapallo: il colera. Il popolo
si rivolse implorante alla Madonna di Montallegro perché facesse il
miracolo di preservarlo, tanto che nella seduta del 22 agosto 1835 il
Consiglio deliberò che se la città fosse stata risparmiata avrebbe
fatto rifare la facciata del Santuario e donato una targa argentea.
Il 13 agosto 1839, il nuovo porto, sorto in località Langano, fu
dichiarato di IV classe da Carlo Alberto al quale l’anno successivo fu
intitolato.
La città non è indifferente alla causa dell’Unità d’Italia e molti
morirono per vedere realizzato questo sogno. Ricorderemo il
maestro Biaggio Asseretto della 1° divisione del Co rpo Reale
Equipaggi combattente della campagna del 1850 e del 1861; il
soldato Gio Battista Solari, campagna del 1848-49 ed il marinaio
Nicolò Vallebella, imbarcato sulla nave “Malfatano” dal 25 aprile al 4
ottobre 1848 e sul “Colombo” dal 23 novembre al 24 maggio 1849.
Il 6 settembre 1849, la città ospitò nella locanda condotta dai
Torrioni, alla foce del S. Francesco, Giuseppe Garibaldi, fuggiasco.
Alcuni anni dopo tre rapallesi lo seguiranno nella spedizione dei
Mille in Sicilia. Il più conosciuto è Canessa Bartolomeo, di
professione fuochista sui vapori, che trovandosi a Genova decide di
prendere parte alla spedizione. Ritornato salvo a Genova, consegue
il grado di macchinista e vi morirà il 24 novembre 1824. Gli altri due
garibaldini furono Pellerano Lorenzo che seguì Garibaldi a solo 19
anni e Pendola Giovanni, genovese, ma la cui famiglia è originaria
di S. Maurizio di Monti. Quest’ultimo, lascia il lavoro di falegname e
segue Garibaldi. Venne ferito in combattimento e conseguì il grado
di capitano. Ritornato a Genov,a si dedica nell’aiutare le persone
contro il colera militando nella Croce Rossa. Infine si ritira a S.
Maurizio di Monti dove muore il 7 febbraio 1907.
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