Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 56

rappresentativa che lascia intatta l’antica aggregazione per
affermarsi verticalmente con la sopraelevazione di lotti edilizi
esistenti ed estendersi in aree fino allora occupate da ampie
proprietà private che danno al viaggiatore Davide Bortolotti
l’immagine di “un immenso frutteto, tutto sparso di pinti casini, non
meno che di rusticani abituri (..) boschetti di ulivi e di castagni”
3).
Il nucleo originario, di cui si coglie la compattezza e la
configurazione di piccolo approdo nelle carte seicentesche
conservate nell’Archivio di Stato di Genova e riferite a progetti di
migliorie del porto, resta immutato sebbene venga interessato – già
agli albori dell’’800 - da interventi diretti a confermare la vocazione
marinara
4)
. Ne sono esempi i lavori al porto progettati dalle
autorità francesi nel periodo della dominazione napoleonica (1808-
1810)
5)
e la sistemazione di uno scalo navale (1821-’22) per il
rimessaggio di barche nell’area poi occupata fino al 2008
dall’edificio del mercato coperto realizzato negli anni ’30 del ‘900.
6).
Il confluire nella città, interessata da un graduale aumento della
popolazione (dai 4031 abitanti del 1805 si passa a 5809 del
censimento dl 1838)
7)
, dei guadagni provenienti dall’armamento
delle flotte impegnate nella guerra di Algeria (1830) e nella guerra di
Crimea (1854-‘56), segna una importante svolta nelle trasformazioni
urbanistiche della città. L’apporto economico derivante da queste
imprese va a rafforzare i patrimoni privati delle famiglie, ma il
prestigio che ne ricava l’intera collettività orienta le scelte
dell’amministrazione verso una nuova politica di gestione del
territorio
8)
.
Così, mentre fervono i lavori di ampliamento e prolungamento della
parrocchiale di S. Maria Assunta
9)
, matura l’idea di ampliare lo
spazio di accesso alla scalinata dell’edificio religioso. L’odierna
piazza Colombo, luogo di piccoli scambi commerciali e di accordi
sui noli dei bastimenti, viene realizzata occupando il tratto di
spiaggia utilizzato per mettere a secco le imbarcazioni dei pescatori
del borgo
10)
. Il progetto (1858), dell’ingegner Matteo Leoncini, il
cui nome ricorre nei principali interventi urbanistici della Camogli del
tempo, consente alla città di dotarsi di uno spazio pubblico, segno
visibile di quella coscienza collettiva che va affermandosi sul solco
del fermento ideologico e patriottico del periodo risorgimentale.
Fermento che invade l’ancora piccolo centro marinaro camogliese in
1...,46,47,48,49,50,51,52,53,54,55 57,58,59,60,61,62,63,64,65,66,...96
Powered by FlippingBook