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Il castello e nello sfondo Punta Chiappa
Carlo Berretti nel 1873 e conservata presso il civico Museo
Marinaro “Gio Bono Ferrari”, sembra che, per la costruzione e
l’assegnazione della proprietà di questi palazzi, gli armatori abbiano
utilizzato lo stesso sistema delle carature dei loro bastimenti,
suddividendone il valore in ventiquattro parti assegnate ai singoli
finanziatori
26)
. Sebbene questa ipotesi non sia ad oggi suffragata
da documenti certi, questa modalità di intervento edilizio può
apparire verosimile e comunque risponde alla diffusa mentalità della
borghesia armatoriale di Camogli e di altri centri. Allargando lo
sguardo alle vicende urbanistiche del tempo, la formazione di molte
città ottocentesche risente di questi massicci processi edilizi, si
potrebbe dire, ‘seriali’, rintracciabili nei tracciati cittadini delle vicine
Chiavari e Lavagna e, in forme differenti, nello stesso capoluogo
ligure
27)
.
Mentre viene definito il profilo dell’attuale via Lorenzo Bozzo, la cui
pavimentazione in molte immagini presenta il tradizionale “risseu”,
