Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 13

ordinò a sua moglie Ermelinda di raggiungerlo. Di notte quindi tornò
a Pavia e, fatta venire da lui la fanciulla Teodore,giacque con lei.
Quindi la mandò in un monastero a Pavia che prese il suo nome
.
Ancora di caccia parla un racconto, tratto sempre da Paolo Diacono.
Questa volta però è sulla scena il grande Liutprando che essendo
andato nella selva Urbe per cacciare, uno dei suoi compagni,
cercando di colpire con una freccia un cervo, ferì senza volerlo un
nipote del re, cioè un figlio si sua sorella, di nome Anfuso. Il re,
vedendo ciò, poiché molto amava quel ragazzo, cominciò a dolersi
con lacrime per la disgrazia e mandò subito uno sei suoi cavalieri
perché corresse dal servo di Dio Baudolino (è il santo taumaturgo
che visse in povertà vicino al fiume Tanaro nei pressi di
Alessandria) e gli chiedesse di pregare Cristo per la vita del
ragazzo. Mentre questi andava dal servo di Dio il ragazzo morì.
Quando il cavaliere arrivò dal servo di Dio, questi gli disse: “So per
quale ragione sei venuto, ma ciò che chiedi ormai non può più
essere fatto perché quel fanciullo è morto”:E avendo il messaggero
riferito al re ciò che aveva udito dal servo di Dio, Liutprando, pur
dolendosi del fatto che la sua supplica non aveva avuto esito,
tuttavia riconobbe apertamente che l’uomo di Dio, Baudolino, aveva
spirito profetico.
Verso l’arrivo dei cistercensi
Padroni di quel territorio dopo il Mille erano i marchesi Del Bosco,
che ricavavano però scarsi profitti dal deserto verde privo di abitanti
che si dedicassero a ronchi e a dissodare terre, tanto che, scrive
Ottonello, “i feudatari a un certo momento paiono persino disposti a
regalare beni e diritti, pur di attirare gente disposta ad allargare le
radure e a convertire la sodaglia”. Attorno al 1100 il territorio di
Tiglieto, pur nella sua selvatichezza e impenetrabilità, è dunque
pronto alla grande avventura dei cistercensi, che fedeli alla regola di
San Benedetto, sono alla ricerca di un loro deserto fra i monti.
Arrivano infatti a Tiglieto dal monastero di La Ferté al seguito del
loro abate Pietro, forse in numero di dodici, come gli Apostoli,
seguendo le vie dei pellegrini dalla Francia diretti a Roma, valicando
le Alpi e abbandonando la via Francigena per addentrarsi verso i
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