Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 32

La crisi
La data del 1647 è importante perché segna l’arrivo dei Raggi con il
conferimento in commenda dell’abbazia da Innocenzo X al cardinale
Lorenzo Raggi, il quale ottiene nel 1648 la cessione dell’abbazia in
enfiteusi perpetua per suo fratello il marchese Gio Batta, che
compie un primo restauro della chiesa.
Intanto viene quasi interamente costruito il ponte sull’Orba a spese
di Gian Antonio Raggi che costruisce anche la ferriera. La vena del
ferro arriva a Tiglieto da Genova per la via dei monti e grazie
all’abbondanza di acqua fornita dall’Orba può essere lavorata per la
produzione di chiodi e attrezzi da lavoro in ferriere e maglietti, già
presenti nel territorio di Masone.
Nel 1742 gli austrici occupano Tiglieto.
Su questi avvenimenti scrive Carlo Michelangelo Pesce sul Foglio.
Mi è tornata tra le mani la registrazione di una vecchia canzone
popolare che l’amico Balma mi regalò solo pochi anni fa. Lui l’aveva
registrata a Sassello ma racconta fatti avvenuti a Badia. E’ un canto
di guerra, fiero e generoso, che dimostra la voglia di libertà di questi
montanari.
Era il tempo in cui si combatteva la lunga guerra che va sotto il
nome di “guerra di successione austriaca e vedeva contrapposti
Francia, Spagna, Regno di Napoli e Repubblica di Genova
all’Inghilterra, all’Austria e al regno di Sardegna.
Sul nostro Appennino in realtà si combatteva una partita
assolutamente secondaria, ma la gente n’ebbe a subire ugualmente
stenti e fatiche. E’ di questi anni infatti la distruzione del castello di
Masone, l’occupazione della valle Stura, di Voltri e di Genova, città
alla quale la valle dell’Orba fu sempre legata politicamente ed
economicamente. Nei primi mesi del 1747 dopo l’insurrezione di
Genova che aveva fatto seguito agli avvenimenti di Balilla le truppe
autro-piemontesi ripresero l’iniziativa e nel febbraio dello stesso
anno occuparono l’abbazia di Tiglieto dove si asserragliò un
manipolo di croati, fortificandola con barriere e trincee. Ma presto le
truppe genovesi, comandate dal tenente Bacigalupo e la compagnia
franca del Barbarossa, uomo valoroso e inquieto, misero sotto
assedio gli occupanti. Alle truppe regolari della Repubblica di
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