Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 25

costoloni decorati a fasce bianche e rosse. La commistione di
materiali diversi per colori e dimensioni, la presenza del marmo
nella riquadratura delle finestre, le due splendide trifore che
affacciano sull’area del chiostro, con capitelli e colonne in marmo
alternati da mensole in pietra e da lunette in mattoni a lisca di
pesce, fanno di questo spazio quello di maggiore impatto visivo per
l’armonia delle forme architettoniche, segno che la sala capitolare,
già citata in un atto del 1162, nella vita dell’abbazia aveva grande
importanza.
Il corpo a Est di Badia, divenuto residenza dei Raggi in seguito
all’assegnazione in commenda e a questo scopo trasformata in
abitazione, era in origine l’ edificio del monastero. La struttura in
mattoni a faccia vista e pietra locale, la presenza al centro di una
superstite bifora affiancata da due monofore cieche, la sequenza di
monofore lungo il piano terra, tre delle quali danno luce alla sala
capitolare, è quanto resta dell’edificio originale, il quale
prospettando sul grande prato ombreggiato da piante secolari, ha
un respiro prospettico e paesistico unico in Liguria.
Il visitatore di Badia resta certo senza parole per la meraviglia
quando, posteggiata l’auto nel grande e funzionale parcheggio
allestito dal Comune, s’incammina sulla strada che, a una svolta,
sporta al grande prato in fondo al quale si vede la chiesa. Ma non
sa che l’area circostante il monumento nasconde in superficie o non
ancora portate alla luce da scavi archeologici le tracce dell’attività
dei monaci per bonificare il territorio. Infatti grazie alle sue capacità
tecniche in c
ampo idraulico, la comunità di Tiglieto bonifica aree
paludose che poi mette a coltura; canali e fosse segnano i confini
dei loro campi e permettono una razionale irrigazione dei campi.
Buona fonte di reddito è rappresentata dall’uso e gestione dei
mulini: nel 1187 l’imperatore Enrico VI conferma il diritto d’uso delle
acque dei territori di proprietà monastica per qualsiasi necessità e
attività e i monaci sfruttano intelligentemente tale prerogativa: si
dedicano alla pesca d’acqua dolce e non a caso nell’abbazia viene
costruita una capiente neviera e probabilmente anche un apposito
vano per la conserva e lavorazione del pesce, si riscuotono dazi
sull’uso dei mulini, sul setacciamento delle sabbie del fiume d’Orba
per la raccolta dell’oro, considerato che la presenza del minerale
era data certa fin dall’antichità nelle sabbie dell’Orba..
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