Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 122

Esistono poi notizie che fanno comprendere l'importanza del Monastero di
Valle Christi: nell'anno 1212, giunge da Piacenza, su consiglio di Santa
Franca, Badessa di San Siro, la giovane nobile sedicenne Carenza
Visconti, cugina di Tebaldo Visconti futuro Papa Gregorio X; dopo un
colloquio con la Badessa e con il permesso dei genitori, viene accolta al
Monastero di Valle Christi, nella più stretta osservanza. Dopo un
soggiorno di due anni, torna entusiasta e decisa a farsi monaca.. Carenza
Visconti continuò la sua vita monastica nel convento di Santa Maria di
Montelana, edificato dalla sua famiglia.
Nell'anno 1240 Gregorio Da Romania, delegato di Papa Gregorio IX,
appoggia l'ingresso al Monastero di nuove consorelle, i cui nomi si
possono conoscere dalla comunicazione: Ermella, Giulia e Dovizia.
Le religiose cistercensi provenivano dalle nobili famiglie di Genova,
Rapallo e Santa Margherita, i loro dati anagrafici si traggono da
documenti notarili e da un libro conservato nell'Abbazia di San Fruttuoso
di Capodimonte presso Camogli. In tale libro risulta che nell'anno 1284
sono nominate, tra le altre, Marba Portinaia, Benedetta De Mari e Maria
De Tibia.
Nell'anno 1257 il Monastero, non grandissimo, risultava abitato da 16
monache.
Menzionato anche in un atto testamentario del 1258, conservato
nell'Archivio di Stato di Genova, il Monastero risultava pure luogo scelto
per l’estrema dimora; infatti nell’atto si legge che un certo Giovanni, figlio
di Maurizio Grasi di Fontanabuona, chiede di essere seppellito nel
Monastero (evidentemente perché considerato luogo importante e
prestigioso): “ eligit seppeliri apud Monasterium Sancte Marie de Valle “.
Nel 1380 la reliquia di San Biagio, Vescovo di Sebaste, viene donata alle
monache di Valle Christi.
Approfondiamo un poco la vicenda: i crociati rientrarono a Genova nel
mese di Maggio del 1098, recando quale preziosa preda le reliquie di San
Giovanni Battista, sottratte nella città di Myra. Secondo Jacopo Da
Varagine, che ha redatto la “Legenda Traslationis” del Battista, i genovesi
erano approdati a Myra in cerca delle reliquie di San Nicola, ma
scoprirono che erano già state sottratte dai baresi circa un decennio prima
(infatti San Nicola è il protettore di Bari), e quindi si portarono via quelle
del Battista che era anche “più importante”, e ritornarono a casa
approdando alla “marina di Prè”.
Con quelle di San Giovanni Battista, giunse anche la reliquia di San
Biagio, probabilmente recata da un capitano genovese al seguito di
Gaspare Spinola; la reliquia consiste nel cranio del Santo che porta una
fascia in argento.
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