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dell’Azione Cattolica in cui confluiscono tutte le associazioni
maschili e femminili, queste ultime attive nelle due formazioni
dell’Unione Donne Cattoliche e del Circolo Giovanile Femminile
“Santa Giovanna d’Arco”
ao).
Le cronache del tempo parlano di episodici screzi e provocazioni fra
i gruppi cattolici ed alcuni esponenti fascisti, ma è certo che il
conflitto fra la Chiesa e il regime, con la chiusura nel 1931 di tutti i
circoli cattolici, non trova in Camogli terreno fertile. Non a caso dalle
pagine del bollettino “La Fede e le Opere”
ap)
, don Ansaldo
mantiene vivo lo spirito che ha animato l’associazionismo del
passato, riproponendo nel 1941 la nascita di un gruppo giovanile
intitolato a “San Prospero”, di cui solo la chiamata alle armi e le
privazioni imposte dalla guerra impediranno l’affermazione.
La nozione stessa di solidarietà e di associazionismo civico viene
sottoposta ai profondi mutamenti politici e sociali che
caratterizzeranno il ventesimo secolo.
Naturalmente le dimensioni dei fenomeni richiamati assumono
anche in Italia grandezza e rilievo di massa e accentuano la rottura
del nuovo secolo col passato.
Nel microcosmo camogliese le ideologie della rivolta, della
rivoluzione, del sovvertimento sociale non si manifestano se non
nella creazione di qualche nuovo soggetto di aggregazione e di
frequentazione operaia, all’interno delle associazioni ospitate
nell’antico centro della città appena “liberata” dalla sua antica
schiera di case sul mare ed esposta ad un nuovo, più salubre
affaccio edilizio, voluto dall’amministrazione liberale di uomini come
Davide Olivari, sindaco per antonomasia di Camogli.
Piazza Colombo: lapide dedicata
alla Mutua Assicurazione Marittima
