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(come quelle che costruiscono le grandi case dell’odierna via
Lorenzo Bozzo) o lasciati intenzionalmente in perpetuo sulle lapidi
cimiteriali, ornate di stelle e compassi, e se ne potranno trovare
ancora, esse non impedirono di saldare nell’alleanza dei comuni
interessi (anche
di classe) lo sviluppo della città e la sua cultura innanzitutto
solidaristico-imprenditoriale.
In forte antitesi al diffondersi del movimento solidale marcatamente
laico e socialista degli anni ’70 dell’Ottocento, la chiesa genovese
promuove una serie di iniziative che, animate da giovani sacerdoti
quali Luigi Sturla e Giuseppe Frassinetti, svolgono una duplice
funzione religiosa e sociale
v)
.
Nasce e si rafforza in ogni parrocchia della provincia
l’associazionismo cattolico di mutuo soccorso
z)
che coniuga fra
loro il riconoscimento di sussidi economici alle famiglie di operai e la
difesa di principi morali e di fede.
Camogli, in linea con altre città del genovesato, vede nascere nel
1885 intorno alle figure di alcuni sacerdoti, primo fra tutti don
Prospero Luxardo, la “Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso”
intitolata a N.S. del Boschetto
aa)
. La società, affiancata da due
sodalizi che riuniscono i giovani cattolici del tempo - il “Circolo
Giovanile San Prospero” (nato due anni prima) e la Sezione
Aspiranti al Circolo, intitolata a San Giovanni Buono - accoglie nel
suo statuto le peculiarità sociali della città. Non si tratta di
sostenere solo, o genericamente, “le famiglie della classe operaia”, i
vecchi, gli infermi incurabili ed incapaci di lavorare e le vedove, ma
più specificatamente si guarda anche alle necessità di “tutti i
marinai che naufragassero”
ab)
, cioè a tutti coloro (e sono i più
numerosi nella realtà sociale della Camogli del tempo), che,
andando per mare “per il piccolo cabotaggio” o “per le altre
navigazioni”, perdono i propri effetti d’uso (e con essi una fonte di
sussistenza).
