Il vino: storie di uomini, di terreni, di vitigni e di vigneti - page 8

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'800, per arrivare alla massima manifestazione nella prima decade
del '900. Tale insetto distrusse di fatto la viticoltura italiana ed
europea, ponendo definitivamente in crisi il settore già
pesantemente indebolito dalla crisi socio-economica del momento.
La condizione di crisi emersa alla fine dell' '800 favorì il sorgere
delleCantineSociali, prima fra tutte quella di MontùBeccaria, voluta
dal dott. Montemartini.
La ripresadel '900
La ripresa viticola poggiò inizialmente sulle importazioni di viti ibride
americane (ad esempio, il Clintò, l'uva fragola o "Isabella"). Ben
presto, però, ci si rese conto che il vino ottenuto dall'uva prodotta da
questi vitigni non era adatto al gusto del consumatore locale. Si
approfondì, così, la sperimentazione di nuove piante ottenute
attraverso la tecnica dell'innesto che vide la gemma della vite
europea sovrapposta ad una base americana. Nacque la nuova
viticoltura europea, che andrà via via a riproporre i vitigni cari ai
nostri avi. Va sottolineato che, purtroppo, degli oltre 240 vitigni
descritti dal Giulietti come presenti nel Casteggiano verso il 1880,
tanti (anche importanti) verranno eliminati o perlomeno
ridimensionati. E' il caso dellaMoradella, troppo sensibile allo iodio,
e di altri vitigni soprattutto a bacca bianca. In altri casi, pare che
certe varietà, con l'avvento del portinnesto, abbaino sensibilmente
modificato le loro caratteristiche produttive
Gli ultimi decenni
Il periodo storico che va a culminare con la Prima GuerraMondiale
vede la viticoltura passare definitivamente dalla produzione di
nicchia caratterizzata da parecchie tipologie ben definite e di qualità
ad una produzione più massificata sia per l'Oltrepò sia per le atre
zone produttive d'Italia. Primeggiano vitigni identificabili con
produzioni abbondanti e costanti. Ad esempio, il Barbera, che toglie
spazio alla Croatina, da tutti conosciuta per la sua incostanza
produttiva. Ciò, unito alla scarsa cultura enoica da parte del
consumatore medio, favorì la collocazione del prodotto locale sui
mercati delle grandi città, dove risulta anche facilmente
trasportabile.
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