Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 116

poco aerati e non possono assolutamente contenere nemmeno la media
degli accorrenti alle scuole, i quali per di più non vi possono fluire di
alcuna utilità igienica tanto necessaria alla vita. Le popolazioni di Fascia e
Cassinghero non sono mai state, come oggi, entusiasmate per la
costruzione dei rispettivi edifici scolastici”. Così recita la delibera del
Consiglio del 24/471888. E a settembre arriva a Fascia una nuova
maestra: Luigia Nobile, di Ottone.
Accenni storici per date
Nell’autunno del 1889, per le piene, si verificano a Fascia
“scoscendimenti e frane” per cui si chiede di dare incarico ad un ingegnee
del Genio Civile per dare aiuto al Comune e agli abitanti della frazione
Fascia.
Nel 1896 a Fascia ci sono due osterie gestite da Francesco Varni
(Cicchetti) e Celestina Chiozzo (Bacciolli).
Nel frattempo è iniziato il grande esodo degli abitanti del paese verso
l’America, prima in Argentina e poi in California; esodo che si concluderà
con la Prima Guerra Mondiale e con le restrizioni all’immigrazione degli
Stati Uniti d’America.
Frattanto sono diventati sindaci del Comune due fasciotto, G.B. De Negri,
che sarà sindaco dal 1898 al 1908, e Andrea Re, dal 1908 al 1911, e si
dimetterà perché i cittadini non segui9rono le sue indicazioni alle elezioni
politiche nazionali.
La Prima Guerra Mondiale chiama molti giovani del paese alle armi e tre
di essi non torneranno più. Sono Giovanni Varni (Beriela), Emilio Varni
(Beneiti) e Umberto Varni (Modesti).
Si pensa di costruire una strada carrozzabile dai Due Ponti a Fascia, per
una spesa prevista di 60.000 lire, oltre alla manodopera locale, ma poi i
frazionisti non si mettono d’accordo.
A Fascia (e a Carpaneto) sostengono che bisogna iniziare dakk’alto,
perché, altrimenti, gli abitanti di Cassingheno, una volta che la strada
avrebbe raggiunto il loro paese, non avrebbero più concorso ai lavori; a
Cassingheno si sostiene che i lavori vanno iniziati dal fondovalle.
Tutti hanno ragione anche perché, quando si tratta di aprire “a calà” , cioè
di spalare la neve per aprire il passo al postino, quelli di Fascia sono
costretti ad arrivare alla Cappelletta di San Rocco di Carpeneto, sebbene i
confini tra i due territori delle due frazioni siano ben più avanzati..
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