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Queste vie di traffico avevano una grandissima importanza soprattutto
per il Comune di Pavia che cercava attraverso le vie montane di sottrarsi
all’influenza e al controllo di Milano e di Genova.
A dimostrazione di ciò stanno gli atti notarili dell’anno 1284 contenenti le
convenzioni relative al transito di persone e merci lungo le strade della
Valle Trebbia e Staffora stipulati tra i Malaspina ed il Comune di Pavia.
In questo contesto è pensabile che il nucleo abitato di Fascia abbia
assunto maggiore importanza o sia addirittura sorto come posto di ristoro.
E’ in proposito il caso di ricordare che a Fascia ancor oggi si racconta
un’antica storia.
Non a tutti è noto che appena sotto l’attuale strada carrozzabile che
unisce Fascia a Carrega, poco più in basso della Casa del Romano, vi sia
oggi sepolta sotto il prato, ancora identificabile nella sua forma, una
cappella, i cui resti ancora ottant’anni fa erano ben visibili. Tale
costruzione è sorta a fianco di una sorgente e ha l’abside rivolta verso
valle in direzione di Gerusalemme. Tale fatto testimonia l’antichità del
manufatto. Il luogo viene ancora oggi chiamato “Convento”. La leggenda
vuole che vi abitassero dei frati i quali assistevano i viandanti in quello che
poteva ben essere un “hospitale” religioso. Un anno la neve fu così
abbondante e il clima così rigido che i frati furono costretti ad
abbandonare il luogo e a scendere a Fascia.
Ancor oggi al centro del paese nei pressi dell’antico pozzo su cui insiste
la cappelletta della Madonna della Guardia, e attorno al quale è forse
sorto il paese, vi è “a Cà di Fratti” ovvero la Casa dei Frati. E’ forse questa
l’origine di Fascia. Sta di fatto che il santo Patrono del paese è San
Gugliemo d’Aquitania e uno degli altari laterali è dedicato a Sant’Orsola.
Tutti santi non italiani.
Forse anche Fascia affonda le sue origini in una fondazione monastica di
derivazione cluniacense e colombaniana.
