Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 112

In realta si trattava del maire della Comune di Fascia e Carpeneto,
essendo il paese di Fascia in quel momento inglobato nell’Impero
Francese dopo la breve stagione della Repubblica Ligure.
Presso l’Archivio di Stato di Genova si trova la “Liste Civique du
Individues du Canton de Torriglia qui aut droit de voter dans l’Assembleè
Cantonale” del 1810. Nell’elenco della Comune di Fascia troviamo
complessivamente 159 elettori; 57 sono gli aventi diritto al voto a Fascia,
di cui 41 Varni, 12 Martini, 4 Re, 2 Scarnaglia (poi Seramaglia) e
Ghiglione Jaques (di lui parleremo più avanti) e un De Negri Antoine
curato di Faschia che, curiosamente trovasi in fondo alla lista assieme
agli altri due eligiosi, Jaques Pastorini curato di Capeneto e Julien Bavoso
vice curato di Carpeneto, tutti sono indicati come esercitanti la professione
di coltivatori, salvo oltre al curato, Jaques Re che risulta classificato come
“menuisier”ossia il falegname, mentre accanto a Dominique Varni è scritto
che è “L’Adjoint du Maire” (Andrea Ferretti di Carpeneto) e a Jean Varni
che è “Conseillier Municipal” .
Di quel periodo oltre l’rganizzazione amministrativa sono rimaste le tracce
delle trincee, dove, ancora alcuni decenni fa, si potevano trovare acciarini,
resti di fucili ad avancarica.
Aggregato anche il Comune di Fascia al Regno di Sardegna, sino alla fine
del 1818 la Comunità di Fascia fa parte del Mandamento di Torriglia e
dell’Intendenza e Provincia di Genova per poi passare il 7 febbraio 1819
sotto il Mandamento di Ottone, Provincia di Bobbio e Divisione di Genova.
Già il 10 dicembre 1818 il Consiglio Comunale approva l’elenco delle
strade comunali, mentre in precedenza nella ricognizione dei benefici
parrocchiali (a Fascia è parroco Don Francesco Demartini) si stabilisce
che, sebbene il contratto tra parrocchiani e parroco peveda che a
quest’ultimo spettino nove sacchi e mezzo di grano, vengano invece
corrisposti solo nove sacchi.
Nel 1827 il Comune che ha 90 famiglie e 550 abitanti, nell’aderire al
manifesto per il riattamento della strada mulattiera Bobbio-Genova,
lamenta che vi è già tracciata una strada pressoché carrozzabile. Inizia
inoltre la contesa con le Regie Scuole Provinciali che si trascinerà per
molti anni. Si fa presente che il Comune non ha mezzi economici, che
nessuna famiglia manerebbe i figli a scuola e quindi nessuno ne
“approfitterebbe.
Dopo che già in quest’anno si accerta che Fascia ha l’acqua lontano un
miglio, nel 1828 si dà atto del riattamento del condotto della borgata di
Fascia di cui era incaricato Gio Martini fu Domenico, come da perizia di
G.B. Piazzi, il cui costo ammonta a Lit. 220, di cui 100 per le giornate dei
muratori, 100 per la calcina, 20 per la porcellana oltre 80 giornate “senza
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