Giochi in amore - page 111

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capitolo 31
Vogliamo onorare Shakespeare e Marziale?
Indubbiamente questi due grandi poeti rappresentano in apparenza
gli antipodi dell’amore, però i mezzi con cui Amore lo esprimono
passa sia dalla poesia che dalla pratica fisica che di essa viene
proposta (nel caso di Marziale arriviamo addirittura alla volgarità: il
lettore abbia la maturità di perdonare questo grande poeta
dell’antichità che ha avuto una vita sessuale travagliata).
Comunque a noi piace giudicarli molto simili anche se le distonie
espressive all’apparenza parrebbero allontanarli; e questo lo
facciamo in base a concezioni che potrebbero apparire assurde ma
che non lo sono perché impostate su concezioni che raccolgono
nell’amore, una equilibrata mistura fatta di desideri manifestati da
sguardi, di sentimenti espressi con gesti, di silenzi e anche di
parole come pure dalle necessità fisiologiche e dalle loro
estensioni psicologiche, vuoi per il bisogno di parlare vuoi per il
bisogno di sessuare.
Alla fine il risultato non cambia: ci si serve del corpo per arrivare alla
poesia e ci si esprime con poesia per arrivare al corpo.
Noi qui stiamo proponendo due poeti lontani dai nostri tempi; lo
facciamo per sottolineare che fra un uomo ed una donna l’amore è
sempre stato e sempre sarà identico anche se adattato ai bisogni
espressivi delle epoche storiche: ci si abbraccia, ci si ama, ci si
accetta. E qualora capitasse che chi si ama si preclude queste
possibilità fa atto di violenza: risultato ne sarà una stupida
separazione con consequenziale trauma.
In effetti resta invariato il principio dell’attrazione (sia forte che
debole) che ci spinge ad esprimerci e ci invoglia a fare all’amore
per qualsiasi motivo con quella persona e solo con essa .
Alla fine si fluttuerà durante il momento dell’amplesso, perché esso
ci donerà una sensazione breve di assenza di pensiero e di “nulla”.
Di gioia, insomma.
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