i liguri si raccontano vol 2 - page 52

minaccia del banditismo continuò ad esistere fino alla metà del
settecento.
Nella zona di Rapallo i briganti erano soprattutto impegnati ad
assaltare i mercanti lungo la via che passa dal Monte Letho, attuale
Montallegro ed il rischio che si correva ad attraversare il valico era
assai alto. Il borgo di Rapallo costituiva un punto di riferimento per
un' entroterra che si estendeva oltre i limiti dell'attuale territorio
comunale; la così detta “via di Monti”, nel medioevo denominata di
“Piacenza”, era la più importante direttrice che, superando lo
spartiacque attraverso il Passo della Crocetta, procedeva verso la
Val Fontanabuona raggiungendo Cicagna, via Dezerega o Coreglia.
Nel 1583 si tenne a Santo Stefano d'Aveto, feudo fliscano, passato
ai Doria nel XVI secolo, un processo contro il bandito ventiduenne
Nicolò Della Cella, nativo di Cabanne, reo di aver partecipato ad un
omicidio a scopo di rapina, nel territorio genovese della Podesteria
di Rapallo. Il delitto era avvenuto al Passo della Crocetta, dove i
banditi spesso entravano in azione a danno dei viaggiatori. In
generale, i briganti erano spesso gente del luogo, che la povertà
spingeva a gravi malefatte, depredando i ricchi mercanti per
migliorare le proprie condizioni sociali.
Dalle lettere periodicamente inviate dai Podestà e Capitani della Val
Fontanabuona al Senato Genovese, si apprende che Moconesi,
Cornia ed altri paesi fontanini, fossero infestati da bande di briganti.
A Cornia di Moconesi, i banditi locali si mettevano in comunicazione
con i briganti di altri paesi a mezzo di “corni marini”, e con il suono
di questi corni comunicavano il passaggio sulle strade montane di
viandanti e mercanti da aggredire. Da una lettera del Senato
Genovese alle autorità di Rapallo (23-2-1543) riguardo ai banditi
insediatisi a Moconesi e Cornia, si apprende: ”Essendo venuti a
notizia qualamente in la Giesa di Moconesi si è nascosto il bandito
nominato Fratino, quale si intende essere intervenuto in più omicidi,
vi preghiamo che subito alla recuperata di questa lettera, facciate
prendere esso Fratino” ; da questo documento si deduce che
neppure i parroci potevano stare tranquilli, malgrado i loro sforzi per
reprimere gli atti delittuosi. Nel mese di maggio del 1685, alcuni
briganti mascherati, quattro o cinque, armati di archibugi, assalirono
presso Barbagelata (Lorsica) un gruppo di mulattieri originari della
Val Trebbia, in aiuto dei quali, dopo un primo scambio di colpi di
arma da fuoco, sopraggiunsero altri mulattieri piacentini che come i
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