Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 19

Lavagna, infatti, verso il XVII secolo, vide il mutare della propria
struttura sociale e culturale: accanto alle poche famiglie di
estrazione contadina se ne stabilirono altre di piu' potente capacita'
economica, dedite al commercio via mare con imbarcazioni di
proprietà o dedite all'attivita' di notariato e anche alla professione
medica. Il territorio, ancora libero da strutture verso la marina, fu
occupato da edifici di famiglie nobili genovesi o chiavaresi che
edificarono le loro case per vacanze estive. Così fu per i Rivarola, i
Costaguta, gli Spinola e i Franzone.
Assieme alla ricchezza queste famiglie portarono un nuovo
elemento nella società del paese: la cultura. Furono in primo luogo
esponenti di clan familiari in particolar modo interessati alla
legislazione ed al notariato cui si accompagnarono spesso la ricerca
scientifica e l’espressione letteraria. Nella stessa via Dante s’innalza
un edificio, complesso per le molteplici trasformazioni subite nei
secoli ma ancora oggi con tracce evidenti degli antichi proprietari: i
Frugoni tra i quali il membro più noto fu Carlo Innocenzo, entrato a
far parte dell’accademia dell’Arcadia, scrittore e letterato.
L’inaspettato slargo sul quale domina la chiesa, divenuta basilica
nel secolo XX, ha oggi un aspetto assai diverso da quello che
avrebbe visto il pellegrino di un tempo. Alle case, addossate le une
alle altre, piccole e di solo due piani, costituenti il lato a ponente
della piazza, fu sostituto un colonnato realizzato in marmo. Fu la
volontà testamentaria di un emigrato, tornato ricco in Lavagna e
desideroso di dare un assetto più scenografico alla piazza, ad
avviare la distruzione delle vecchie case e la costruzione di un
passaggio coperto che portasse direttamente al cimitero urbano.
Sostituita, infatti, la sepoltura nella chiesa, a seguito dell’editto
napoleonico di Saint Cloud nel 1804, fu necessario trovare un luogo
in zona elevata, non vicina al paese, in cui creare lo spazio per le
inumazioni. Questo portò alla scelta di vari terreni possibili, sia per il
borgo che per le frazioni. Il borgo ebbe il suo cimitero sul luogo ove
prima era un bosco di castagni: in posizione soleggiata, in collina,
con un andamento in salita, sottolineato nel tempo dalla creazione
di un percorso tra monumenti funebri di grande bellezza e di
indubbio valore artistico, realizzati in marmo bianco dall’opificio dei
fratelli Repetto.
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