Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 14

quasi ogni casa avesse un telaio posto in piena luce e sul quale le
donne realizzavano capolavori d’arte della tessitura o preparavano i
lini per la creazione dei tipici asciugamani detti “macramé” per via
delle lunghe frange annodate secondo tradizioni antiche apprese e
sviluppate in incontri sulle rive del Mediterraneo. Proprio a seguito
dei rapporti intrattenuti con altre realtà sociali, gli abitanti poterono
allargare una mentalità ristretta, chiusa nella vita di famiglia, a
differenti e nuove istanze, politiche, economiche e religiose. La
nostra terra ha pertanto assorbito riti e tradizioni di altre comunità
facendole proprie e legandole alla propria esistenza. Soprattutto nel
campo religioso, si accrebbe la presenza di riti dedicati a santi di
provenienza lontana, da ricordare assieme ai più noti santi locali,
creando cappelle e chiese adornate riccamente.
Continuando la discesa lungo la crosa, inaspettatamente essa
s’interrompe, tagliata da una svolta della strada provinciale, sulla
quale domina una piccola cappella. E’ una costruzione bianca,
costituita da un unico vano ampio preceduto da un porticato fornito
di sedute in ardesia addossate alle pareti. E’ la cappella dedicata a
San Bernardo, santo molto venerato nella repubblica di Genova sia
per l’influenza da lui esercitata nell’elevazione della sede vescovile
al rango di metropolitana nel XII secolo, che per la speciale
protezione che, molti secoli dopo, concederà ai genovesi durante la
guerra contro il duca di Savoia. Per questo il santo sarà nominato
patrono di Genova nel 1625. La venerazione per Bernardo fu
collegata al principio d’indipendenza della repubblica genovese ed
anche al tema dell’assistenza rivolta ai bisognosi. La nostra terra fu
in special modo legata al concetto di aiuto attraverso le confraternite
che gestirono spesso le cappelle collegate con gli oratori
d’istituzione laica.
Così anche la piccola cappella di San Bernardo sulla collina di
Lavagna ebbe il suo collegamento con la realtà sociale più
importante del paese: l’oratorio della Santissima Trinità.
Dall’edificio in collina, oggi sacrificato nel suo spazio dalla strada
asfaltata, riprende il cammino tra le case che costituiscono un borgo
isolato, purtroppo frammentato dal tracciato autostradale.
Si continua a scendere con un certo malessere per la tranquillità
bruscamente interrotta dal rombo degli automezzi in transito. Si
osservano dall’alto, da un cavalcavia che richiama bruscamente alla
modernità irrispettosa di panorami e ambiente. E’ necessario
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