![]()
Dalla protostoria alla storia
Rapallo, posta al centro dell’omonimo golfo, si è formata nella piana
alluvionale prodottasi coll’apporto di detriti dei suoi tre torrenti il
Boate , il S. Francesco ed il Tuia.
Le prime notizie sullo stanziamento dei suoi primi abitanti risalgono
al medioevo, al X secolo, quando il borgo sorgeva colle sue case
sulla spiaggia e la chiesa parrocchiale di S. Stefano era posta su
una piccola elevazione arretrata di circa 100 metri dalla linea di
costa. Per l’epoca romana non si hanno notizie. Gli unici “vici” o
borghi del Tigullio, secondo Plinio, sono Portus Delphini (Portofino),
Tigullia intus (S. Salvatore dei Fieschi di Lavagna), Segesta
Tigulliorum (Sestri Levante) e ad Solaria (Zoagli), pertanto di
Rapallo non si fa menzione.
Ciò non vuol dire che non fosse abitata. Anzi il ritrovamento a S.
Anna, agli inizi del ‘900, di due tombe a cassetta di epoca
preromana ci fa pensare all’esistenza di una piccola comunità che
perdurerà fino all’epoca romana.
Motivi di confusione per l’esistenza di un insediamento umano in
epoca romana sono il ritrovamento di due iscrizioni, delle quali, una
è stata rinvenuta nel 1776 nel muro di villa Della Cella. Si tratta di
un rilievo in marmo che rappresenta un banchetto funebre seguito
da un’iscrizione in greco:
Μανηξ κεραµευ
ξ]
Ευρωπα Μανουξ γυν<η
Purtroppo si tratta di una lapide importata a Rapallo in
un’epoca difficile da precisare. Un’altra iscrizione, sempre in
greco, si trova nella chiesa di S. Maria del Campo colla scritta:
Φλαβια Φλωρα
In queso caso ci ritroviamo davanti ad una lapide databile al
313 d.C.,arrivata a Rapallo nel 1824 dal Coemeterium Cariaci di
Roma.
Le uniche testimonianze sull’esistenza di un vicus a Rapallo ci
vengono dal Ferretto che afferma di aver potuto vedere di persona,
durante l’alluvione del 1925, i basamenti di un antico ponte romano
che sorgeva dove c’era il pons de Prina, ubicato in località S. Anna,
