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comando di Obietto Fieschi appoggiato dalle truppe aragonesi. La
battaglia si svolge nei pressi del monastero di Valle Christi poco
distante dal Lazzaretto. Gianluigi respinge gli Aragonesi, ma i fanti
svizzeri si macchiano dell’atroce uccisione di quaranta feriti
aragonesi che si erano rifugiati nell’Ospedale di San Lazzaro in
Bana. Altri autori riferiscono che gli uccisi furono all’Ospedale S.
Antonio di Rapallo. Nel XVI secolo il lazzaretto cade in decadenza e
bisogna attendere la visita del delegato apostolico mons. Francesco
Bossio, vescovo di Novara, perché accertasse il degrado
dell’edificio che includeva un ambiente destinato alle sacre funzioni
ed ordinasse “domus hospitalis instauretur… per administratores
hospitalis Pammatoni Genue cui asseritur unicum”. Mons. Bossio
dispose che l’ospedale di S. Lazzaro fosse restaurato a spese dei
Protettori di Pammatone, ma non si conosce se gli ordini fossero
stati eseguiti.
Attualmente si presenta con degli affreschi del XV secolo che un
tempo erano all’interno della cappella.
L’ospedale di S. Antonio e il convento di S. Agostino
L’ospedale di Sant’Antonio
viene
edificato
contemporaneamente a quello
di S. Lazzaro di Bana perché
l’ospedale di S. Cristoforo di
Pozarello, posto dove ora c’è
l’Hotel Europa, a causa delle
sue condizioni poco igieniche è
destinato ad offrire un ricovero
ai pellegrini.
Ospedale di S. Antonio
ora sede del Comune
L’ospedale di S. Antonio , voluto dai Rapallesi e precisamente dal
notaio Baldassarre Canessa, da Giovanni della Torre, da Lorenzo
Morello, prevosto di S. Stefano e da Andalò Morchio, negoziante di
pellicce, riceve
