La Cantina Gaggioli - page 19

anche dalle ‘Uve Pignole’ di cui scrisse, dal
vicino Castellazzo di Calcara, il più grande
agronomo del seicento europeo, Vincenzo
Tanara nel suo trattato sulla Economia del
cittadino in villa (1654). Sopravvissuto alla crisi
fillosserica, il Pignoletto dai colli bolognesi si è
esteso ai colli di Imola, alle collinemodenesi e
poi alla pianura fra Panaro e Reno, fino
all’attuale areale definito dalla nuova Doc
Pignoletto (2013).
PignolettoDocg
Il Pignoletto Classico Docg è l’etichetta di
punta di casaGaggioli,
Venne presentato al pubblico per la prima volta
nel 2011 nel corso del simposio annuale della
delegazione
Bentivoglio
dell’Accademia
italiana della cucina. Questo Pignoletto d'eccellenza, che si fregia
giustamente della qualifica della Docg, è stato illustrato da Fabio
Giavedoni, curatore della guida ai vini di Slow Food, che ne ha
descritto le caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto
all’abbinamento col tortellino in brodo, ma anche con i piatti a base
delle carni bianche, degli animali da cortile che rappresentano da
sempre, come ha sottolineato Sergio Savigni, delegato
dell’Accademia italiana della cucina, un patrimonio gastronomico da
rivalutare. «Finalmente un Pignoletto che si distacca decisamente
dalla produzione media di questo vino, degno di rappresentare al
meglio il vitigno tipico dei Colli Bolognesi anche fuori regione -
sostiene Fabio Giavedoni, nel commentare il lavoro dell'enologo
Giovanni Fraulini- da un'uva perfetta in vendemmia è uscito un vino
dai profumi ricchi, con una nota caratteristica che farebbe pensare
al Sauvignon. Una temperie che col tempo potrebbe attenuarsi. Ma
ciò che va lodato è la scomparsa di quel retrogusto amarognolo che
non è una caratteristica del Pignoletto, bensì un difetto di
vinificazione che in questo Pignoletto Docg è stato cancellato col
risultato piacevoledi un bicchiere chene chiama un altro...».
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