Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 24

L’ospedale è forse il caso più emblematico. Come racconta Luigi
Costa nel suo fondamentale volume “Gli ospedali di Camogli
(attraverso nove secoli di beneficenza)”
g)
, nelle decadi finali dell’800
la realizzazione di un nuovo ospedale si impone come risposta alle
esigenze sanitarie che l’alto numero degli abitanti camogliesi non
trova soddisfatte dall’esiguità dei locali del centralissimo nosocomio
di piazza Schiaffino. L’ingente somma elargita da Felicina
Casabona, moglie del già citato “Squarza”
h)
, benefattore della
“Provvidenza”, consente di costruire l’edificio che, con le sue ormai
sbiadite fasce bicrome in facciata, fra gli alti pini marittimi, domina
ancora oggi, dal poggio di Lazza, il molo e parte dell’antico nucleo
della città.
Inaugurato nel 1896 ed amministrato dalla Congregazione di Carità
i)
, esso è nel tempo oggetto di lasciti e donazioni che ne
garantiscono la sopravvivenza fino a quando una più distratta e
dissennata gestione pubblica non ne decreterà, fra tante
vicissitudini, la chiusura con la conseguente perdita del valore
rappresentativo che l’istituzione e l’edificio possedevano per l’intera
collettività.
Quasi coeve per data di fondazione, le istituzioni dell’Asilo Infantile
e dell’Istituto Nautico convivono per molti anni nello stesso edificio,
quel palazzo municipale che, ingentilito dalle lesene della facciata
ed impreziosito al suo interno dal grande affresco del pittore Virgilio
Grana raffigurante l’arrivo di Cristoforo Colombo nel nuovo
continente, oltre a rappresentare una autoaffermazione della classe
dirigente, ebbe per anni la duplice funzione di sede amministrativa e
istituto scolastico
l)
.
A lasciarlo per primo sarà l’Asilo
m)
trasferito nel 1920 in una
palazzina di corso Regina Margherita (oggi corso Mazzini), ricca di
storia per aver ospitato tra l’800 e il ‘900 le associazioni cattoliche.
E’ ancora una volta l’esigenza di garantire uno spazio più adeguato
sotto il profilo didattico ed assistenziale ai tanti bambini iscritti
all’asilo ad imporre il trasferimento. E se per la costruzione
dell’ospedale fu determinante l’intervento della ricca benestante
camogliese, Felicina Casabona, la nuova sede dell’Asilo ha quale
principale promotrice un’altra figura femminile, Teresa Fasce,
moglie di David Bozzo il cui nome è annoverato fra i più agiati ed
attivi camogliesi del tempo
n).
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