Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 98

Confraternita nel 1713 e portata per mare da Napoli a Genova dall’ammiraglio
campese Benedetto Prasca, confratello dei “Disciplinanti”.
Delle due splendide macchine sceniche delle cappelle laterali, purtroppo, ignoto è
a tutt’oggi l’architetto.
La cappella di destra è dedicata al “Crocifisso”, opera lignea (di matrice
giansenista: si veda il capo del Cristo rivolto verso l’alto) di ignoto artista di scuola
napoletana del sec. XVII. La cappella di sinistra è dedicata a “San Gaetano”: al
centro della costruzione è la nicchia contenente la splendida scultura lignea della
“Madonna che porge il Santo Bambino a San Gaetano”, di autore ignoto di scuola
genovese.
(v. P. Bottero, “Saggio per la storia delle Confraternite...”, cit.).
Nella stanza dell’Archivio si conservano l’antica statua dell’Assunta
(primi anni del
sec. XVII) e le otto statue lignee che componevano la sacra rappresentazione del
“Martirio di Santo Stefano”, di ignoto artista del Seicento genovese.
Apparizione (11 settembre 1595)
Lo scontro tra le due comunità di Masone (Repubblica di Genova) e di Campo
(Impero) iniziò intorno a metà sec. XVI, tra liti per i confini, usurpazioni volute
dal signore del castello di Masone, attacchi proditorii a fienatori, boscaioli,
carbonai, incendi di cascinali e fienili, soprusi, sequestri di viandanti e di
mercanti, fino a giungere ai ferimenti e agli omicidi. Tra il 1590 e il 1595 fu
tutto un susseguirsi di violenze, di incendi e di omicidi dei quali l’autorità
suprema si disinteressò: Genova aveva interesse a lasciare la briglia sul collo
al signore di Masone, Lazzaro Grimaldi Cebà; Vienna o Milano erano troppo
distanti per un piccolo feudo periferico. Alla popolazione di Campo, angariata
in tutti i modi, non rimase che ricorrere alla misericordia divina e alla
intercessione della Vergine i cui fatti straordinari, operati proprio nel 1595 in
Vicoforte erano giunti per fama sino alla vallata dello Stura.
La Comunità decise quindi di inviare una delegazione al “Pilone di Vico” per
chiedere la grazia della pace. Partiti il 5 settembre, i pellegrini campesi
giunsero a Vico il 7; lì rimasero sino al 9. Quei due fortunati furono spettatori
di vari miracoli e del grande concorso di popolo a Vico che, come narrano le
cronache, in quel settembre 1595 raggiungeva le trentamila persone.
Domenica 10 settembre mentre a Campo in chiesa parrocchiale si cantavano
i vespri giunsero i due pellegrini accolti dal popolo festante; dopo il panegirico
tenuto da padre Bonifacio da Parma, un agostiniano, incominciarono a
manifestarsi casi “strani”: alcuni fedeli presero a cascare improvvisamente per
terra, una donna illetterata tenne infervorata una bellissima meditazione
sull’amor di Dio, quindi invitò tutti a una processione; il popolo baciava il
crocifisso e chiedeva perdono dei propri peccati. Lo stesso feudatario,
Gregorio Spinola si unì al popolo; si decise di andare il giorno seguente a
Masone con la croce in spalla.
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