Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 90

La Chiesa Parrocchiale della Natività di Maria Vergine
La prima “chiesa urbana” di Campo Ligure fu quella di Santa Maria, eretta ai
piedi del castello intorno a metà del Quattrocento: la dislocazione delle antiche
pievi lontano dai centri abitati tra Tre e Quattrocento, a causa dell’insicurezza
delle strade per le continue guerre, era diventato un problema per la frequenza
regolare dei fedeli; “...i sacerdoti stessi sono indotti a chiedere al vescovo
l’autorizzazione a celebrare la messa all’interno del borgo, in un luogo più
sicuro...Era quello il primo passo verso la nascita di una nuova chiesa”. Furono
pertanto erette” dovunque chiese parrocchiali all’interno dell’abitato, confinando le
antiche al rango di chiese cimiteriali” (v. P. Piana Toniolo, “Il cartulare del
Vescovo di Acqui…”, cit.).
L’antico manufatto quattrocentesco era ben poca cosa; è a disposizione la
testimonianza dell’Arciprete don Bernardo Leoncini (parroco dal 1710 al 1735)
che scriveva: “La chiesa parrocchiale è in forma di tre navate con sei colonne
costrutte di sassi e calcina, come anche la sua volta con tetto di tavole
debitamente riparate...” (v. in ASVAT).
Già nel 1717 si discuteva circa la costruzione di una nuova chiesa che sostituisse
quella esistente e nel 1729 era stato messo in cantiere il progetto: gli avari
condomini Spinola, i veri nemici di Campo, frapposero ogni ostacolo, timorosi di
dover contribuire.
Quanto all’architetto della nuova parrocchiale non sono a disposizione documenti
diretti; i nomi probabili sono quelli di Carlo di Francesco Muttoni (il cui nome si
incontra in alcune carte dell’Archivio Comunale), di fra’ Filippo Muttone o, con
maggiori probabilità di don Sebastiano Boccaccio (+ 1754). Una lettera di don
Sebastiano, inviata da Milano nel 1749 dove svolgeva l’ufficio di Procuratore della
Comunità campese, accenna all’impegno assunto di “disegnare una nuova
chiesa”.
Campo era appena uscito dalla terribile prova della Guerra di Successione
Austriaca, ma la forza morale, l’audacia, l’orgoglio di quell’antica gente riuscì nella
colossale impresa di abbattere nel 1754 Santa Maria e di erigere nel giro di
cinque soli anni, tra il 1758 e il 1762, l’attuale maestosa chiesa della “Natività di
Maria Vergine”. A capo dell’impresa fu l’ardimentoso Arciprete campese, don
Gian Maria Piana (1712-1767): la prima pietra fu posta il 5 maggio 1758 e già il
31 ottobre 1762 la chiesa veniva benedetta e dedicata, anche se ancora non era
stata terminata la parte absidale, stante una lite con gli Spinola che non volevano
cedere alcuni metri di terreno ai piedi del castello. Intervenne il Vescovo che
riuscì a convincere quei riottosi e pidocchiosi signorotti e, finalmente, nel 1768 fu
completata anche l’abside.
La chiesa fu consacrata dall’Arcivescovo Giacinto Della Torre, vescovo di Acqui, il
14 settembre 1803 all’atto dell’insediamento dell’Insigne Collegiata, sotto il titolo
di San Benedetto, che a tutt’oggi ha ivi la propria sede.
L’edificio presenta un impianto volumetrico-spaziale equilibrato, consistente nel
rapporto lunghezza-larghezza-altezza. La navata unica misura, infatti, 12,40 m di
larghezza per 33 m di lunghezza sino all’abside e per circa 12 m di altezza
1...,80,81,82,83,84,85,86,87,88,89 91,92,93,94,95,96,97,98,99,100,...124
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