Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. - page 30

di Santo Stefano, il cammino è tra casette addossate le une alle
altre i cui innumerevoli portoni dipinti di verde immettono in piccole
abitazioni per mezzo di scale strette e ripide, simili a quelle
delle imbarcazioni. Al piano terreno si aprono botteghe e locali
destinati a costituire un mondo economico legato ai prodotti tipici
dell’agricoltura, della ristorazione, del commercio di prodotti non più
solo locali.
L’osservatore distratto non coglie, tra tanto movimento, la presenza
di manufatti di grande bellezza ma il nostro viandante di un tempo
avrebbe potuto stupirsi delle facciate dipinte, dell’antichità di portali,
delle edicole scolpite o avrebbe potuto sostare presso le molte
cappelle private, oggi non più esistenti, ma un tempo segno di riti e
cerimonie in particolari periodi dell’anno. La via, o meglio, il
carroggio, si apre inaspettatamente verso la marina in una piazza.
Un tempo la fine del vico recto era segnato dalla presenza di un
piccolo castello, detto castello della marina, di poche pretese, fatto
innalzare dalla Repubblica di Genova per guardia dalle incursioni
dei barbareschi. Esso indicava anche il limite invalicabile per la
costruzione di edifici: non si poteva innalzare case oltre il castello
onde evitare che si perdesse la libera visuale del mare e pertanto
delle imbarcazioni in transito. L’edificio insisteva sulla zona deputata
allo sbarco e imbarco per passeggeri e merci. Il nostro viandante
avrebbe potuto sostare presso il posto di guardia della marina per
attendere un passaggio su barca, dopo aver mostrato i documenti,
dichiarato la propria destinazione e ottenuta la bolletta sanitaria
recante la dicitura “sano e fuor d’ogni sospetto di peste”. Ogni cosa
era sottoposta a un attento controllo da parte dei deputati di turno e
su tutti vegliava il commissario di sanità, delegato dal Senato della
Repubblica di Genova. Il commissario, in genere un membro
cadetto di famiglia nobile genovese o locale, risiedeva nel borgo
per il periodo del mandato, quasi sempre in una casa di sua
proprietà. Anche il commissario Domenico Franzoni venne nella
sua casa, nuova, costruita nel 1696 dal padre Stefano come unico
edificio più avanti del castello della marina. Segno che i tempi
stavano cambiando e che il borgo avrebbe conquistato altri spazi
verso mare. L’antico palazzo dei marchesi Franzoni sarà testimone
e partecipe dei rivolgimenti sciali e della fine della gloriosa
repubblica di Genova.
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