Giochi in amore - page 31

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capitolo 6
Le varianti degli “sconosciuti costretti”
“Costretti sconosciuti”, queste due parole le abbiamo usate nel
precedente capitolo per ricordare ai nostri “attori d’amore” (o lettori)
che ogni gioco deve racchiudere la serietà dell’intesa dei bambini
quando decidono di giocare (e non ci stancheremo mai di
ricordarlo).
Ad esempio -e ci riferiamo ancora al gioco di sopra- quando l’auto
guidata da lui (o anche da lei ) si fermerà dopo avere visto il tipico
gesto dell’autostop, l’uomo non sapendo quale sia stata la
decisione di lei (o di lui) dovrà confrontarsi con la sua incapacità di
amante assopito, e sarà costretto a prendere coscienza delle
difficoltà che gli derivano dall’annosa certezza di “poterci riuscire”
con lei, perché l’ha sempre considerata “a portata di mano”, e, per
ciò, immeritevole “delle attenzioni” del primissimo corteggiamento:
lei per lui è già una che può avere: basta chiedere.
Questo ovviamente vale anche per lei che è naturalmente portata a
concepire l’amore, dopo il periodo di entusiasmo iniziale (che può
durare anche anni) dentro un involucro di “amore rendita”, che
suona concettualmente così : lui mi ama; mi amerà sempre; non lo
perderò mai; sarà sempre mio, eccetera.
In questa idea pensionistica dell’amore, priva di rinnovamenti, si
deprime la gioia di stare insieme che proviene dall’entusiasmo, e si
può arrivare, a causa di tale presuntuosa certezza, fino a perdere la
persona che si ama.
Ecco che anche il semplice gioco dell’autostop può servire a capire
che bisogna rinnovarsi per permettere al partner di rinnovarsi a sua
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