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Prospettiva “a”.
Come per il gioco dell’autostop, si congegni di incontrarsi in un
luogo stabilito. Questa volta di giorno. In un’ora non proprio fissata.
Ipotizziamo un’ora a casaccio? Intorno alle 16?
E’ conveniente che lui esca di casa un’ora prima, dopo essersi
preparato da solo (come abbiamo detto sopra: negli abiti, nel
personaggio e nella fantasia).
Lei uscirà di casa per essere nei dintorni del posto prefissato dopo
avere sfruttato il tempo per vestirsi, reinventarsi, e anche per
mettersi alla prova.
Il gioco comincia proprio quando entrambi, avendo prefissato
un’ora non proprio definita e un posto non del tutto preciso,
dovranno cercare di incontrarsi.
Oltre al piacere di esserci riusciti, si proverà la sorpresa di vedersi
vestiti secondo i dettami della propria individuale fantasia.
Anche una sessualità assopita si risveglierà per tale sorpresa se
ognuno avrà giocato con la serietà di volere essere non solo chi sa
di essere ma anche qualcosa di altro.
Nella normalità dei casi l’incontro può avvenire in luogo pubblico,
con estranei che faranno da inconsapevoli attori-testimoni, quindi si
dovrà recitare, nostro malgrado, l’incontro: per non dare nell’occhio.
Bene il gioco è fatto: si può fingere di essere vecchi conoscenti che
si incontrano per caso e poi si appartano (e, da lì a poco, lotteranno
per mantenere segreti le loro effusioni amorose specialmente per
non farsi scoprire da eventuali guardoni); si può fingere di non
conoscersi e simpatizzare all’ istante (anche in questo caso si dovrà
tenere segreto il loro primo approccio per essere liberi di baciarsi
evitando i guardoni che non mancano mai); oppure... (beh, questo
lo lascio alla vostra fantasia).
Il risultato sarà in ogni caso certo, tornati a casa -sempre ognuno
per proprio conto- una volta chiusi nella camera da letto, l’ilarità
scatenerà le voglie che non si erano potute sfogare qualche ora
prima; e il resto sarà tutta gioia, gioco e fantasia.
