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istinti come meglio preferisce, e nessun individuo si può fare
consigliere degli istinti di nessuno.
Noi qui stiamo semplicemente svolgendo una metodologia di
fantasia che ogni essere umano ha già dentro di sé, e lo stiamo
facendo rinnovando in ognuno il diritto a non dovere negare la
bambina (il bambino) che c’è in noi e ricordando che, in quanto
bambini, siamo abituati a “giocare” sul serio.
Questo principio ci ha ispirato di svolgere delle ipotesi
comportamentali che potrebbero non valere per tutti, ma possono
certamente indicare una traccia. Il proprio Io di ogni “attore
d’amore” farà il resto.
E su questo noi confidiamo.
Infatti è per questo motivo che in queste prime pagine di appunti
cercheremo di esporre situazioni fittizie più ampie, riducendo i vari
giochi che suggeriamo sempre più sotto un profilo descrittivo, finché
i bambini che sono dentro di noi avranno riacquistato la loro serietà
a discapito degli stress quotidiani e (perché no?) degli stessi
turbamenti sessuali.
situazione 2
Il gioco del bosco (“mangiare i frutti di bosco”) può avere numerose
valenze: a) come metodo di approccio; b) come proseguimento
dello stesso per provocare la sensazione del “proibito” mentre il
gioco viene praticato, con atteggiamenti e atti intimi, all’aperto; c)
come sfogo di natura sessuale vera e propria -in questo caso
dovremmo parlare di pratica del sesso e di giochi disinibiti che, pur
non avendo niente di proibitivo, vanno oltre alle fantasie e agli usi
proposti in questi appunti.
Vediamo ora di svolgere la prospettiva “a”, rimandando ad un
successivo capitolo la “b”; (il capoverso “c” lo svolgeremo in linea
privata a chi ce lo vorrà chiedere, o lo rimanderemo al piacere di
una pubblicazione congegnata ad hoc, per i più raffinati).
