Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 68

Oratorio dei Santi Stefano e Rocco
Ottocento
Conati rivoluzionari
- La condizione sociale ed economica dei
contadini e degli operai delle fabbriche e officine campesi era tuttavia
estremamente misera, condannati ad un lavoro quasi schiavistico, per cui, a
partire dal 1792 al giungere in Campo dei vari fermenti rivoluzionari seguiti al
diffondersi delle eco della Rivoluzione Francese, tumulti e disordini avvennero ad
opera di popolani: bastò che pochi si mettessero a gridare in piazza contro i
“particolari” perché la rivolta scoppiasse con assalti alle case dei ricchi proprietari
e commercianti, alla canonica, a quelle dei notai, dei quali ultimi interessavano le
“carte” ove erano segnati i debiti dei poveri, ma anche le usurpazioni delle
“comunaglie” perpetrate dai ricchi (v. Giorgio Casanova, “Il feudo di Campofreddo
tra ancien régime e rivoluzione”, 1998). Tra il 1792 e il 1794 fu tutto un
susseguirsi di disordini e di repressioni.
Il 4 dicembre 1795 per la prima volta giunse a Campo un centinaio di soldati
francesi dell’armata di Schérer e fu l’ennesimo disastro con ruberie e saccheggi,
violenze di ogni tipo. Il 4 maggio 1796 Bonaparte entrava in Milano, ma già due
giorni prima il presidio imperiale di Campo se ne era andato nottetempo alla
chetichella. Il 14 giugno 1796, in seguito alla repressione della rivolta di
Arquata,giungeva anche a Campo Freddo il proclama di Bonaparte contro i
Feudi Imperiali ai quali erano imposti pesanti gravami nonché la consegna di
ostaggi.
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