Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 70

image
image
image
image
image
image
image
image
image
image
Dal giugno 1799 a giugno 1800, anno orribile per Campo, fu un continuo
andirivieni di soldati francesi, polacchi, croati, austriaci, tedeschi, russi, un
continuo battagliare per le campagne della Valle e per le strade di Campo, sino
alla caduta di Genova e, di lì a poco, alla battaglia di Marengo.
Il disastro economico e demografico che ne seguì fu enorme (v. Lorenzo Oliveri,
“Cronaca della seconda campagna napoleonica”, pubbl. 1996; v. Paolo Bottero,
vol. I della “Storia di Campo Ligure nel sec. XIX”, 2007). Nel 1805 Campofreddo
entrò a far parte dell’Impero Francese di Napoleone I fino al 1814.
Ritorno dell’aquila imperiale
– Il 17 aprile 1814 i “marines” dell’ammiraglio
inglese William Bentinck entravano in Genova; gli inglesi organizzarono un
governo provvisorio, mentre un proclama di sir Bentinck affermava che, con la
cacciata dei francesi, tutti erano restituiti nei loro “antichi diritti e privilegi”. Molti
dei maggiorenti di Campo pensarono di conseguenza che se era ritornata la
libertà di decisione e se le antiche istituzioni erano rimesse in vigore, si poteva
rifondare la Magnifica Comunità, rialzare l’aquila imperiale dell’Impero vittorioso e
procedere all’estrazione dei nuovi Agenti. Tutto ciò avvenne domenica 24 aprile
1814 anche in seguito alla notizia che già in Arquata la bandiera asburgica era
stata nuovamente innalzata. Arquata era stata per un secolo il centro direzionale
e operativo dei Feudi imperiali liguri.
Protagonista dell’avvenimento fu a Campo
Benedetto Piana (1748-1835) fu Pier
Giovanni, proclamato decano degli Agenti e
con lui si schierò un gruppo di patrioti,
formato dai principali esponenti del vecchio
regime feudale, che non riconosceva, come
diritto
comandava,
alcun
potere
giurisdizionale
alla
rinata
effimera
Repubblica di Genova, che si era arrogata
poteri e territori che non le competevano
storicamente. Da aprile a settembre 1814 i
campesi si riconobbero ancora sudditi
dell’Impero asburgico, e come tali furono
riconosciuti dal Governatore asburgico in
Lombardia, generale Heinrich conte di
Bellegarde, sedente a Milano, che si trovò
invero piuttosto spiazzato dall’iniziativa di
Arquata e di Campo Freddo, non avendo
istruzioni in merito da Vienna. A Genova il
governo era furibondo contro i Feudi
imperiali che si erano ribellati alla
prepotenza di una città che avevano sempre
Stemma del Feudo Imperiale
avversato.
sull’Architrave del castello
1...,60,61,62,63,64,65,66,67,68,69 71,72,73,74,75,76,77,78,79,80,...124
Powered by FlippingBook